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EXTRA LAZIO – Stadio della Roma, nuovi guai: “Condotte illecite sui terreni, presto quattro rinvii a giudizio”

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A finire sotto la lente d'ingrandimento proprio la rescissione anticipata del contratto di locazione, formalmente giustificata dalla Ippodromo di Tor di Valle sulla base del debito maturato, per canoni non pagati, da quest'ultima verso la Sais

redazionecittaceleste

ROMA - Il terreno su cui la Roma vuole far sorgere il suo stadio (con relativa supercubatura per edifici direzionali), quando era di proprietà della società Sais, sarebbe stato al centro di alcune condotte illecite. Ne sono convinti - riporta Leggo.it - il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pubblico ministero Mario Dovinola, che, nella giornata di ieri, hanno notificato gli avvisi di chiusura indagini per 4 persone. Una bancarotta, un fallimento ed una evasione fiscale per quasi 2 milioni di euro, questi i reati contestati, a seconda delle posizioni, agli imprenditori Gaetano e Umberto Papalia, al liquidatore Mauro Ciccozzi e all'ex amministratore unico della Sais Michele Saggese. Secondo i pm quest'indagine non dovrebbe incidere sul progetto, che ha fatto accendere i fari di ambientalisti e comitati di zona. Le irregolarità ravvisate dai pm sarebbero avvenute in due distinte fasi. La prima riguarderebbe «l'acquisto del ramo d'azienda Ippodromo di Tor di Valle», in cui quest'ultima, come riporta il capo d'imputazione, «subentrava nel contratto di affitto ultranovennale stipulato nel 2000 fra Sais (proprietaria del terreno) e la Ippodromi & Città» che avrebbe avuto in gestione il terreno fino al 2016. A finire sotto la lente d'ingrandimento proprio la rescissione anticipata del contratto di locazione, formalmente giustificata dalla Ippodromo di Tor di Valle sulla base del debito maturato, per canoni non pagati, da quest'ultima verso la Sais. Così facendo, però, avrebbe privato i creditori di Sais e di Ippodromo di Tor di Valle dei proventi che sarebbero derivati dallo sfruttamento del terreno stesso. La seconda fase, invece, riguarderebbe «l'omesso pagamento delle imposte sui redditi IVA» da parte della Ippodromo di Tor di Valle che, nel periodo compreso fra il 2008 e il 2011, avrebbe sfiorato i 2 milioni di euro complessivi. In attesa degli sviluppi di questa vicenda, resta in piedi la seconda inchiesta, tutt'ora in corso, relativa ai rischi idrogeologici del nuovo maxi impianto e per la quale la GdF ha già acquisito la documentazione e gli atti amministrativi.

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