archivio2015

CASA LAZIO / MOMENTO TERRIBILE

Guerrieri
La Lazio, a maggio, immaginava un futuro diverso, glorioso, dorato, con la Champions sullo sfondo. Poi...

redazionecittaceleste

ROMA - Sei mesi terribili. Dal derby del 25 maggio 2015 al derby dell’8 novembre 2015. Sei mesi, una Lazio stravolta, illusa dall’abbaglio Champions. Quella sconfitta di maggio è stata una mazzata tremenda, ha costretto la Lazio ai preliminari, ha cambiato i destini, le prospettive, i piani e gli umori. Ha innescato una reazione a catena negativa, ha generato sconfitte su sconfitte, ha fatto impazzire l’estate, ha iniziato ad allontanare i tifosi. Il 25 maggio 2015 il secondo posto era ad un passo, sfumò in 90 minuti, dopo una partita pazza, dopo occasioni sprecate, dopo errori commessi. Pioli arrivò a quel derby dopo una cavalcata fantastica, ma ci arrivò in cattive condizioni. La finale di Coppa Italia con la Juve piombò nella settimana del derby-Champions, i dolori di De Vrij e le condizioni di Biglia diventarono tormenti, Felipe era in calo. La sconfitta coi bianconeri - scrive il Corriere dello Sport - condizionò la preparazione della partitissima, lasciò il segno. Quel derby, per come fu gestito in corsa, costrinse Pioli a difendersi per la prima volta, a spiegare le sue ragioni. La caduta ha creato scompensi di ogni tipo. Ha estromesso la Lazio dalla corsa alla Champions diretta, le ha negato la possibilità di incassare 30 milioni in più e di progettare un mercato d’oro. Sono nate difficoltà su difficoltà, anche di gestione interna. Gli acquisti sono stati contenuti per numero e spesa, alcuni sono arrivati in ritardo (vedi il centravanti). In più il rinnovo di Biglia ha subito una brusca frenata, lo stesso può valere per i casi Marchetti e Lulic. E’ stata stravolta l’estate, l’accesso al preliminare ha costretto Pioli ad anticipare l’inizio della preparazione, a doverla intervallare con il viaggio in Cina per la Supercoppa.

Le crisi. Sono nati malumori, hanno coinvolto Candreva e Keita prima degli altri, poi Felipe. E’ arrivata la caduta in Supercoppa Italiana, è stato fallito l’aggancio alla Champions tramite lo spareggio, il campionato è iniziato male, con le batoste di Verona (con il Chievo) e di Napoli, un 4-0 e un 5-0. Dal 25 maggio 2015 all’8 novembre 2015 sono trascorsi sei mesi, sono stati persi due derby ed è cambiato tutto. La Lazio, a maggio, immaginava un futuro diverso, glorioso, dorato, con la Champions sullo sfondo.

I numeri. Pioli si deve specchiare in numeri impietosi. La Lazio attuale ha subito 20 gol in 12 gare di campionato, non accadeva dal 1992-93 (in quell’anno dopo 12 partite i biancocelesti incassarono 21 gol, solo uno in più). Sono state collezionate sei sconfitte nelle prime dodici giornate: la Lazio non andava così male dalla stagione 2007-2008. In panchina c’era Delio Rossi, fu un’annata difficile, la stagione fu chiusa con il 12° posto (46 punti). I derby possono diventare boomerang. L’ultimo vinto dalla Lazio risale al 26 maggio 2013, è quello della Coppa Italia. Da quel giorno si sono registrati pareggi o sconfitte. Si possono tracciare analisi di ogni tipo, resta una convinzione: la Lazio non s’è rafforzata in estate. Da cosa nasce cosa, le sconfitte generano sconfitte. Le cadute con Juve (in Supercoppa), Bayer Leverkusen (in Champions), Napoli, Milan e Roma (in campionato) hanno attestato la mancanza di forza nei big match, nelle sfide decisive. Pioli ha centrato il terzo posto vincendo al San Paolo, è vero. Ci è riuscito stravolgendo i pronostici, facendo un grande lavoro, è un merito che va riconosciuto ancora oggi. Ma un salto di qualità ulteriore andava garantito, quel successo è rimasto unico, doveva essere impreziosito con altre vittorie, con altri traguardi tagliati. Le colpe sono di tutti, non possono comprendere solo il tecnico. Questo deve essere chiaro. La società culla i soliti rimpianti, non si rafforza pensando di essere al top. La squadra non riesce ad essere continua e unita. L’anno scorso remava dalla stessa parte, aveva fame di riscossa, quest’anno c’è chi ha pensato al proprio orticello. E si è accontentato delle briciole. Le illusioni si pagano a caro prezzo.

Cittaceleste.it