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IL SOGNO CHAMPIONS SI SCHIANTA SUL CUORE D’ACCIAIO DELLA RUHR

Bayer-Lazio
Buio biancoceleste, illuminato solo dai fulmini del Leverkusen: tiro al bersaglio di Çalhanoğlu e Bender, i guantoni di Berisha scongiurano solo la figuraccia.

redazionecittaceleste

LEVERKUSEN - Dopo il miracolo, il suicidio europeo al BayArena. La Lazio crolla nella voragine lasciata da Mauricio, poi anche espulso: lancio di Leno dopo 3' della ripresa, Bellaradi serve Mehmedi, che trafigge senza scampo Berisha. Buio biancoceleste, illuminato solo dai fulmini del Leverkusen: tiro al bersaglio di Çalhanoğlu e Bender, i guantoni di Berisha scongiurano solo la figuraccia. Non l'uscita da un sogno chiamato Champions. Il 3-4-3 funziona meno d'un tempo in Germania, poi va in tilt. E senza Biglia in buca è difficile tornare a ragionare sul gioco. Il mercato doveva garantire il salto, così è soltanto nel vuoto… Dell'Europa League.

HARAKIRI - C'è pure un gigante che crolla. Forse un errore così, de Vrij l'aveva commesso solo all'esordio con la maglia della Lazio a San Siro. Alla prima in trasferta in Champions, da Stefan proprio nessuno se lo sarebbe aspettato: chiama l'uscita di Berisha e s'addormenta. Dal flipper successivo, Çalhanoğlu non sbaglia la terza chance. Il gioiello del Bayer aveva già lanciato le Aspirine da ogniddove, Kiessling colpito un incrocio pieno, ma la Lazio aveva retto ogni botta fino al 40', sino a quello svarione improvviso. Sfortunato nel rinvio Onazi, trottorellino tuttofare di un centrocampo che smista, ma vola solo su una fascia: Lulic si lamenta, viene sfruttata poco la sua corsa. Una palombella di Basta invece per poco non fa volare la Lazio nel girone. Pura illusione.

RIMORSO - C'è il rimpianto di un rigore non fischiato a Keita, troppo isolato lì davanti senza l'aiuto di uno scomparso Felipe. Candreva gli dona qualche assist, ma il Balde giovane si trova sempre al posto sbagliato nel momento giusto: quando calcia, è defilato e non impensierisce. Perché la sua tendenza è quella d'allargarsi sull'esterno. Ci mette la grinta, Keita, ma non sarà mai un killer sotto porta. All'andata aveva salvato Pioli e i compagni, dopo 4 errori, adesso si schianta con la Lazio nel cuore d'acciaio della Ruhr.

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