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L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Reggetevi forte: questa Lazio è fortissima! E adesso si sogna…

Lazio
E adesso la Lazio sogna...

redazionecittaceleste

ROMA - Con o senza tifosi, la Lazio all’Olimpico è fortissima. Ottava vittoria su otto partite in casa dall’inizio della stagione, quinta in campionato, secondo posto a due punti dalla Roma, agganciate (come il Napoli) Inter e Fiorentina. Asfaltato il Toro di Ventura, altri tre gol e difesa solida, a differenza di quanto succede in trasferta e nonostante l’assenza pesantissima di De Vrij. Il primo e unico gol incassato dalla Lazio all’Olimpico risale al 22 agosto, all’alba del campionato, con la firma di Mancosu del Bologna. Da allora Berisha ha lasciato il posto a Marchetti, imbattuto da 360 minuti. Lo sciopero della Nord non ha inciso. Tanti sono rimasti fuori, altri sono entrati, curva a metà e tifo intermittente. Alla fine, però, sono scrosciati gli applausi. Doppietta di Felipe, immenso Klose (due assist), il riscatto di Mauricio, la corsa di Lulic e Basta, la crescita imponente di Milinkovic, vero apriscatole della Lazio. La squadra di Pioli ha schiantato i granata alla distanza, ha gestito con pazienza, acume tattico, concedendo pochissimo e sfruttando le qualità di un reparto avanzato ricco di soluzioni. Ottima condizione fisica dopo l’Europa League. Al Toro, questa volta, non è riuscita la rimonta. Lo scarto è severo, ma Belotti e Quagliarella non sono mai stati pericolosi.

SQUADRE LUNGHE. La partita si è aperta con una lunga mezz’ora di studio e duelli speculari. Pioli ha spedito Basta e Lulic a prendere Molinaro e Bruno Peres, ma la pressione degli attaccanti sulla difesa granata era relativa. Bovo, Glik e Moretti con il palleggio riuscivano a verticalizzare. Acquah e Baselli, abilissimi a infilarsi dietro ai due terzini della Lazio, trovavano profondità. Mauricio e Gentiletti, con qualche apprensione, hanno tenuto, ma questo tipo di contrapposizione ha partorito due squadre lunghissime, con distanze enormi tra i reparti. Alcune “uscite” della Lazio erano con i tempi sbagliati.

CONTROPIEDE. Quando Felipe e Candreva sono scivolati di più sulle fasce, la Lazio si è accesa ed è riuscita a crearsi gli spazi per ripartire. Ha anche ribaltato il possesso palla, chiudendo all’intervallo in leggero vantaggio (52%). Su un angolo a favore del Toro, è nato il contropiede di Felipe. Lulic ha ritardato il cross e Candreva di testa ha segnato in fuorigioco. Marchetti ha deviato in angolo la botta di Peres e al quarantesimo la Lazio è passata in vantaggio. Basta - riporta il Corriere dello Sport - ha concluso l’ennesima percussione con un cross di sinistro a scavalcare la difesa del Toro. Klose è sbucato alle spalle di Glik e di testa ha calibrato l’assist per Lulic, che si era inserito. Destro del bosniaco, il rimbalzo del pallone ha preso in controtempo Padelli, troppo morbido con la mano di richiamo.

PAZIENZA.Quel gol ha dato sicurezza alla Lazio e l’ha tolta al Toro. Biglia e Onazi hanno avviato una lunghissima fase di gestione della palla. La facevano girare in attesa di colpire in verticale, sfruttando le sponde micidiali di Milinkovic. Il serbo ha creato quattro occasioni, le prime due fallite da Lulic (tiro volante) e da Candreva. Alla terza, è arrivato il raddoppio di Felipe. Minuto 25: lancio di Marchetti, Milinkovic ha spizzato di testa, Klose ha inventato un tocco d’esterno per lo scatto del brasiliano, controllo in corsa e Padelli fulminato di sinistro in diagonale. E pensare che Pioli aveva già preparato il cambio con Kishna. L’olandese invece ha sostituito Candreva e il brasiliano, a tempo scaduto, ha calato il tris. Discesa di Lulic e appoggio al limite dell’area, Felipe s’è aggiustato il pallone sul destro e lo ha scaraventato in rete. L’ultima doppietta l’aveva segnata proprio al Toro. E’ tornato a volare e ora la Lazio sogna.

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