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LAZIO, SENZA PAROLE – Cinque schiaffoni dal Napoli: lacrime di lava dagli occhi. E sul mercato…

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Nel poker d’Higuain c’è un altro disastro di Hoedt e Mauricio in collaborazione. Spediti in campo, fra un infortunio e un altro, dalla premiata ditta Lotito-Tare. Perché, con buona pace dell’aziendalista Pioli, si poteva fare molto di più...

redazionecittaceleste

NAPOLI - Shock in your town. Umiliazione partenopea e tante lacrime di lava dagli occhi. La Lazio si scioglie sotto il Vesuvio, non si salva proprio nessuno. Hoedt circuito da Higuain e Allan, Mauricio ridicolizzato da Insigne, Onazi e Radu a rincorrer farfalle. Parolo è ancora irriconoscibile, Mauri uno zombie, che fine ha fatto Lulic? E se pure Basta sbaglia tutto, togliamo proprio le tende. Al 38’ Dusan molla Insigne, che non fa tris nel primo tempo solo per una deviazione di Mauricio. Biancocelesti completamente in bambola dal 6’, quando Keita - servito al centro proprio da Basta - fallisce tutto solo un rigore: palla sopra la traversa e mani nei capelli. Strappati a questo punto del tutto da un Napoli straripante.

RIVOLUZIONE - Finisce la partita della Lazio, tilt. Insigne è la scheggia impazzita del flipper azzurro. Marchetti non sa più dove buttarsi, invoca l’aiuto dei raccattapalle. Persino a inizio ripresa, quando respinge il tiro di Higuain, imbucatosi nel nulla della difesa biancoceleste: sulla respinta, Insigne deposita in rete. A nulla serve la rivoluzione di Pioli con Milinkovic-Savic e Felipe in campo: Anderson era in lacrime nell’ultima sfida di campionato al San Paolo, ora piange tutta una squadra. Fra le ceneri di ciò che è stato e sulle quali nulla è stato ricostruito.

IL PECCATO - E meno male che Sarri parlava d’un cantiere aperto. A Formello allora adesso mancano persino le basi. Non era piaciuto l’atteggiamento biancoceleste in Coppa, ma almeno s’era vista la grinta. Adesso la Lazio vede Napoli e poi muore. Con l’Udinese, finalmente, la retroguardia non aveva subito gol. Illusione. Nel poker d’Higuain c’è un altro disastro di Hoedt (steso pure dalla cinquina di Gabbiadini) e Mauricio in collaborazione. Spediti in campo, fra un infortunio e un altro, dalla premiata ditta Lotito-Tare. Perché, con buona pace dell’aziendalista Pioli, si poteva fare molto di più sul mercato. Dopo aver conquistato proprio a Napoli la Champions. Adesso brucia questa città, esplodono le stelle.

 

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