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Pronta la ricetta “salva-Lazio

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ROMA - Lo spogliatoio della Lazio non era spaccato e nessuno ha mai remato contro Petkovic. E’ vero, però, che il gruppo era depresso, cupo, triste. Si respirava un’aria pesante a Formello, i risultati negativi non hanno mai...

redazionecittaceleste

ROMA - Lo spogliatoio della Lazio non era spaccato e nessuno ha mai remato contro Petkovic. E’ vero, però, che il gruppo era depresso, cupo, triste. Si respirava un’aria pesante a Formello, i risultati negativi non hanno mai aiutato a risollevare la squadra biancoceleste. Ora è tornato zio Edy, il generale Reja, come viene affettuosamente chiamato a Formello, e nei primi allenamenti dopo la sosta è riapparso il sorriso. Il nuovo-vecchio allenatore della Lazio ha ritrovato i suoi ragazzi, lasciati un anno e mezzo fa, e ha cominciato a conoscere i nuovi. Dopo un insediamento ufficiale, attraverso un breve discorso prima di iniziare gli allenamenti, nelle ultime ore si è concesso e ha avviato il dialogo. Ha portato diversi giocatori a prendere un caffè. Ha fatto sorridere una squadra che aveva bisogno soprattutto di tornare a respirare, a sentirsi protetta e tutelata dal suo allenatore, l’unico (negli ultimi anni) capace di coniugare l’armonia dello spogliatoio con la gestione rigida e inflessibile voluta (e spesso imposta) da Lotito, abilissimo nell’emergenza a scegliere il buon senso del friulano.

 

Stop ai frequenti cambi di modulo: serve una precisa identità tattica Basta con la confusione e con lo smodato ricorso alle soluzioni tattiche, come quasi sempre è avvenuto con Petkovic, che finiva le sue folli partite con il 4-2-4. Klose si era messo persino a fare il mediano, prima e dopo la doppietta al Livorno le sue parole erano state significative. «L’importante sarebbe non prendere tre gol…». La squadra, e non solo gli osservatori, non ne poteva più dei cambi di Petkovic. Lo hanno seguito anche troppo, oltre ogni limite sopportabile. E lo hanno spiegato a Reja, che cercherà di restituire in fretta un’identità tattica alla squadra. Certi automatismi scattano se le due catene di gioco (fascia destra e sinistra) sono quasi sempre le stesse, se centrocampo e difesa sanno come muoversi nella fase di non possesso. Il friulano lavorerà su due ipotesi di modulo che non differiscono molto: 4-2-3-1 oppure 4-3-2-1 in base alla posizione di Hernanes, che non verrà più impiegato da mediano. L’idea di una difesa a tre per adesso è accantonata. E molto difficilmente verrà presa in considerazione.

Vuole sfruttare in pieno il tiro e le doti offensive di Hernanes Appena arrivato dal San Paolo, lo aveva sistemato trequartista per sfruttarne le doti formidabili di tiratore dal limite dell’area di rigore. Uno dei principali interrogativi di Reja, appena ha trovato l’accordo con Lotito, è stato quello di capire l’origine del malessere del brasiliano e come riportarlo al centro del progetto della Lazio, da cui è sembrato allontanarsi negli ultimi mesi. I gol di Hernanes e Klose, come è capitato anche sotto la gestione Petkovic nel girone d’andata del passato campionato, sono stati fondamentali, anzi decisivi, per portare la squadra biancoceleste nelle prime posizioni di classifica. E Reja, molto semplicemente, vuole ripartire da qui, dai suoi uomini più forti, per rilanciare la Lazio, povera di risorse offensive. E’ necessario trovare la collocazione tattica ideale per il brasiliano, che non gradisce giocare da trequartista, come lo utilizzava Reja. E che non verrà più impiegato da mediano, come a volte è successo con Petkovic. La soluzione più probabile è che resti mezz’ala sinistra. Senza la necessità di sfiatarlo con il pressing.

La Lazio incassa troppi gol: occorre restituire equilibrio alla fase difensiva La Lazio incassa troppi gol. E’ un dato di fatto incontestabile. Petkovic ne ha presi 8 dalla Juventus in due partite, 4 dal Napoli e dal Verona, come era successo l’anno passato a Catania. Non è un caso e chi pensa che tutto dipenda dall’età di Biava e Dias, dalle amnesie di Cana e Ciani, dall’inserimento ritardato di Novaretti o dal mancato acquisto di uno stopper di assoluto livello rischia di prendere una clamorosa cantonata. Quest’anno, come era successo l’estate scorsa solo nel precampionato, Petkovic non ha mai protetto la difesa. Ha chiesto ai tre centrocampisti interni (oppure due) un lavoro innaturale, esponendo la squadra ai duelli individuali in ogni zona del campo, anche a settanta metri da Marchetti, spesso creando il vuoto davanti al suo portiere. In Italia non si gioca così. Forse ci si riesce in Europa League. Qui si beccano gol a raffica. La Lazio ha bisogno di ritrovare equilibrio, compattezza e adeguata copertura nella fase difensiva. Non sarà facile battere o fare punti con l’Inter. Di sicuro Reja non concederà a Mazzarri e Palacio il campo che Petkovic concesse (per esempio) al Napoli di Benitez e Higuain un mese fa all’Olimpico.

Gonzalez accelera fondamentale il suo dinamismo sulla linea di centrocampo E’ forse il primo giocatore di cui ha chiesto informazioni. Edy Reja aspetta il pieno e totale recupero di Alvaro Gonzalez, che si era fratturato la mano sinistra la sera del primo dicembre nella partita contro il Napoli. Il dinamismo dell’uruguaiano è fondamentale per il centrocampo, non solo perché è il più veloce a recuperare il pallone. Il tecnico friulano punterà sugli inserimenti dei centrocampisti in fase offensiva e poi tutti dovranno rientrare nella fase di non possesso. Gonzalez è uno dei pochi che riescono ad abbinare il contrasto con la capacità di lanciarsi nell’area di rigore avversaria, creando il fattore sorpresa. Viene da un trauma e bisogna ridurre al minimo i rischi di una possibile ricaduta, ecco perché lo staff medico preferirebbe che non venisse impiegato con l’Inter. Forse troverà posto in panchina e di sicuro rientrerà a Bologna sabato 11 gennaio. Reja lo conosce benissimo. In passato lo ha impiegato da interno destro in una linea mediana a tre e anche da esterno nel 4-2-3-1. L’uruguaiano tornerà ad essere un insostituibile della Lazio.

Fare subito punti per allontanarsi dalla zona bassa della classifica Ha provato il brivido di infilarsi la tuta e guidare l’allenamento sotto la pioggia. Sensazioni piacevoli, mai sopite e riscoperte dopo aver ricaricato le pile e continuato a interessarsi di calcio in un anno e mezzo che è sembrato durare un attimo. Seguiva e tifava per la Lazio, dispensava i suoi consigli a De Laurentiis, che si è tuffato su Benitez dopo averne parlato anche con il vecchio Edy, che lo conosceva dai tempi del Valencia. Reja pensa a Mazzarri, antico rivale perché suo successore a Napoli, dai giorni di Natale. Sa benissimo quali sono le insidie della partita con l’Inter e le difficoltà di un calendario che gli proporrà subito dopo la doppia trasferta con Bologna e Udinese prima di sfidare la Juventus, affrontare il Chievo al Bentegodi e poi tuffarsi verso il derby con la Roma. Reja prende la Lazio a quota 20, lontana nove lunghezze dal Verona, sesto in classifica e con un vantaggio di soli sei punti sul Sassuolo, terz’ultimo. Si può prendere belle soddisfazioni in Europa League e in Coppa Italia. Ha voglia di allontanarsi subito dalla zona pericolosa del campionato.

Niente stravolgimenti della preparazione per ridurre al minimo il rischio di infortuni La ripresa dei lavori a Formello è avvenuta a ritmi sostenuti dal punto di vista atletico, ma senza esagerare. Per oggi è prevista una doppia seduta di lavoro. Edy Reja e Alberto Bollini, il vice fortemente voluto al suo fianco con l’imprimatur di Lotito, faranno grande attenzione all’aspetto fisico. Il friulano ha trovato la Lazio in buone condizioni e vuole toccare il meno possibile, per evitare danni e sollecitare la brillantezza dei giocatori. Era andato via in fondo a una stagione tormentata dagli infortuni. Cercherà ora di evitare il meno possibile di mettere a rischio i muscoli dei suoi giocatori. Per questo motivo ieri Radu ha lavorato in palestra e Dias ha evitato la partitella. Rongoni verrà licenziato o esonerato come Petkovic, ma i preparatori Adriano Bianchini e Alessandro Fonte hanno lavorato nello stesso staff e conoscono alla perfezione il lavoro svolto sinora. Reja s’è affidato a loro non potendo più contare su Gigi Febbrari, che ora lavora a Trigoria con Rudi Garcia. Manager all’inglese. Cura dei dettagli e la supervisione del lavoro sul campo condotto in simbiosi dal vice Bollini. (Corriere dello Sport)

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