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Vlado: “L’armadietto? Anche l’anno scorso…”

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AGGIORNAMENTO ORE 9.30 - Con la società, rapporto chiuso. Ma stando a quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport oggi in edicola, Vlado sarebbe comunque rimasto in ottimi rapporti con alcuni dei big della rosa biancoceleste tanto che -...

redazionecittaceleste

AGGIORNAMENTO ORE 9.30 - Con la società, rapporto chiuso. Ma stando a quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport oggi in edicola, Vlado sarebbe comunque rimasto in ottimi rapporti con alcuni dei big della rosa biancoceleste tanto che - scrive la rosea - sarebbe andato addirittura a cena con loro, nonostante il licenziamento e quindi l'allontanamento dalla Lazio.

ROMA - Riflesso sporco: «Non posso certo rimanere a guardare mentre la mia immagine viene rovinata», tuona Petkovic in Svizzera. Ieri s’incollava davanti alla tv all’ora di pranzo e volavano gli insulti di Lotito: «Detesto la piega che sta prendendo questa storia». È una voragine sulla testa di Vlado, che si morde la lingua per non urlare: «Gli ho consigliato io di non parlare – ammette l’avvocato D’Onofrio – ma è assurdo sentire certe cose. Noi abbiamo chiesto solo l’audizione, prevista dallo Statuto dei Lavoratori, e Lotito non s’è neanche presentato. Volevamo il reintegro, la proposta economica ce l’ha fatta la Lazio». Avrebbero le prove, Petkovic e i collaboratori Manicone e Rongoni, in una mail biancoceleste delle 12.20 di sabato mattina, già sul tavolo dei rispettivi studi legali difensivi. Verrà portata, insieme ad altri documenti, in tribunale. Non solo verrà impugnato il licenziamento per giusta causa, ma partirà la contro-vertenza per i danni d’immagine. I 200 mila euro lordi sono stati rifiutati per una «questione di principio»: doveva essere riabilitata la faccia di Petkovic con un comunicato in cui la Lazio dichiarava legittimo il comportamento del bosniaco firmatario con la Svizzera. Proprio quando ci fu l’ultimo contatto velleitario Lotito-Vlado, il 23 dicembre. Due giorni prima l’allenatore aveva svuotato l’armadietto a Formello: «Ma la Lazio sa bene perché. L’avevo fatto anche il Natale prima perché ce lo chiede la società per fare le pulizie», la reazione di Petkovic nel pomeriggio al telefono con l’avvocato D’Onofrio. Che pretende anche un’inchiesta federale e l’appoggio dell’associazione allenatori. «Ringrazio quelli che hanno fiducia in me», sussurra solo Petkovic. Ma la battaglia della verità, insomma, non finisce qui. E intanto spunta un’altra causa in corso nella bacheca di Lotito – che precisa di aver transato e non perso con Negro, Baggio e Manfredini – e la ricetta Reja per ripartire. A voltarsi indietro oggi, sembra quasi che la storica vittoria della Coppa Italia sia un incidente di percorso. Persino a Formello è stato cambiato l’anno sulla scritta sui muri, accanto al 26 maggio. Il 2013 s’è trasformato in: «2018, Lotito, compraci un campione». È una sparuta richiesta leale. (Ilmessaggero)

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