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SCOMMESSOPOLI – Signori: “Mi piace scommettere, come a tanti italiani. Oggi non lo faccio più. Intercettazioni? Le ho comprate dalla Procura”

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Signori parla a Sportitalia a quattro anni da Scommessopoli

redazionecittaceleste

Giuseppe Signori parla di Scommessopoli a Sportitalia: “ Mi è cambiata la vita, sono stato travolta da una situazione più grande di me, ho avuto difficoltà, è ovvio che ho aspettato il momento giusto e la tranquillità interiore perché è stato devastante moralmente e fisicamente, tutto ciò, ho ricominciato a vivere. Aspetto gli eventi e si vedrà. Tanti mi hanno voltato le spalle, ma fa parte del gioco, ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini. Ansa? Ho chiesto solo un pò di pietà, venivo martellato tutto il giorno e la notte. Ora mi sento più pronto moralmente per affrontare la vicenda. Non ho ammazzato nessuno, mi sembra giusto continuare a vivere una vita onesta e dignitosa.Sono uno scommettitore, ognuno ha i propri soldi e li spende come meglio crede. Oggi non scommetto più, dopo la vicenda tutto è cambiato, non ho messo a repentaglio nessuno, a vedersi o comprare delle partite, bisogna conoscere le persone. Rapporti con Mauri? Nessuno, lo conosco solo perchè gioca. Essendo più di due elementi, si è parlata di associazione. Scommettevo 3000 o 4000 euro a giocata. Non ho fatto nulla a differenza degli italiani, non facciamo i moralisti. E' un modo di tante persone per guadagnare, può essere una fonte di guadagno. La perquisizione è avvenuto a Bologna, mi dissero che mi dovevo presentare a Termini, ero a Roma, arrivò questa telefonata. Dicendomi che c'erano due persone che mi aspettavano, dicendomi che c'era un fermo e l'arresto. Ci fu una telefonata di mia sorella che piangeva: “Ti hanno arrestato”, io la tranquillizzavo. Su Internet c'erano già le mie foto sui giornali, qualcuno aveva venduto prima la notizia. Mancanza di rispetto? Sono uno dei 130 indagati che ha perso la sentenza sportiva per 2 a 1. La giustizia sportiva nel mio caso è stata molto vaga sui capi di imputazione, da qui nasce la radiazione, con me hanno avuto fretta. Avevo il tesserino da allenatore, l'interrogatorio non è avvenuto in Figc, ma da un avvocato perchè non ero un tesserato. Non ho mancato di rispetto a nessuno, se l'ho mancato l'ho fatto con tutti. E' giusto che paghi, altrimenti è giusto che paghi qualcuno per me. Ho lo stesso numero dagli anni '90. Avevo due schede consegnate da un amico, erano vergini non sono state usate. La cosa mi sembrava strana, ho fatto la cosa più semplice, ho comprato le intercettazioni per capire, le ho comprate dalla Procura, è un meccanismo tipico per la difesa, è un costo difensivo. Conto in Svizzera? Io ho un conto mio in quella banca, ma non sono socio".

DOPO IL CALCIO - "Posso fare il consulente di mercato, si, a Terni l'ho fatto al presidente Longarini. Ho il patentino di Uefa A, dall'agosto 2011. Era il mio proseguo, il mio cammino, il mio sogno. Era quello di poter allenare i ragazzi. E' ovvio, con la radiazione è venuto a cadere tutto".  Interviene l'avvocato D'Onofrio: "Beppe può essere una risorsa, come consulente di mercato. Può essere sfruttato per questo".

LAZIO -“Quest'anno ha tenuto l'organico dello scorso anno. Cragnotti aveva costruito una squadra vincente per vincere lo Scudetto. Sacchi? Nel Milan giocava con Van Basten e Simone, non era abituato a giocare con i due piccoli, Baggio e Signori. La prima l'abbiamo persa, e mi ha sfruttato a centrocampo. Il rimpianto più grosso della mia vita è quello di non aver giocato una finale del Mondiale. Con la Lazio mi sono consacrato, Bologna è la mia rinascita. Ma indimenticabile il Foggia dove ho iniziato, insieme a mister Zeman. Una cosa che non rifarei? L'incontro che mi ha messo in mezzo a questa vicenda”.