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CASA LAZIO / 7 sconfitte dopo 14 gare di campionato: l’ultima volta nel 1984/85: fu retrocessione

ansia
Sette sconfitte dopo 14 gare di campionato L’ultima volta nel 1984/85: fu retrocessione

redazionecittaceleste

ROMA - Mai così sconfitti. Sette partite perse nelle prime quattordici gare di A. L’anno scorso, dopo 38 sfide, in tutto furono undici gli stop. Sette sconfitte, troppe è dir poco. Un cammino del genere non si verificava da 30 anni, dalla stagione 1984-85, dall’annata che portò in B. In panchina iniziò Carosi, al suo posto Chinaglia chiamò Juan Carlos Lorenzo, al terzo ritorno a Roma. La strada - scrive il Corriere dello Sport - si conosce, è meglio cambiarla. La Lazio s’è salvata dalla clausura per la reazione fornita nel secondo tempo di Empoli altrimenti i cancelli di Formello si sarebbero aperti e chiusi. Fuori casa si va di male in peggio. E’ arrivata la quarta sconfitta consecutiva, il poker non si registrava dal marzo 2013. Si sono messi di traverso anche gli arbitri, stavolta i gol erano arrivati e almeno uno era buono. Lo score, invece, è rimasto invariato, è lo stesso di sabato: quattro gol all’attivo in trasferta. Klose le reti le ha reclamate, non è servito a nulla. E’ un peccato perché nel secondo tempo la Lazio ci ha provato e ci ha creduto davvero. A Empoli ha tirato cinque volte nello specchio della porta, più che in qualsiasi trasferta fin qui affrontata quest’anno. E’ un segnale, è un punto di ripartenza. E’ sempre aperta la porta di Marchetti, questo è un problema grave. In 11 delle ultime 12 trasferte di campionato i biancocelesti hanno subito 23 reti. Il match di Empoli s’è complicato subito e quando accade fuori casa il risultato è segnato. In soccorso vengono altri numeri: la Lazio ha perso in cinque delle sei volte in cui ha chiuso il primo tempo in svantaggio. C’è un’unica eccezione, risale alla vittoria di Verona contro l’Hellas. In svantaggio, in generale, Pioli s’è trovato 8 volte su 14 gare di campionato. Nelle ultime 7 partite si sono registrate 5 sconfitte, solo il Verona ha fatto peggio.

I mali. I numeri si snocciolano da giorni, offrono un quadro chiaro della crisi. Gli errori arbitrali ci sono stati, non possono essere un alibi. La Lazio non guarisce dai mali accusati sin dall’inizio della nuova stagione. La difesa ha imbarcato acqua subito, è successo durante le prime amichevoli probanti. Ha preso gol a raffica, l’andamento è stato sottovalutato. Gentiletti era sembrato fuori forma, soprattutto insicuro, impreciso. La società doveva correre ai ripari. E’ vero, nessuno s’aspettava l’assenza di De Vrij. Ma l’olandese era convalescente, era reduce dall’infortunio di aprile, dalla doppia operazione all’inguine di giugno, aveva saltato tutta la preparazione. Il partner di difesa era l’argentino, la presenza in rosa di Mauricio era aggiuntiva e Hoedt non era stato acquistato per ricoprire un posto da titolare fisso. Da qui all’inizio del mercato restano da giocare tre gare di A (Juve, Samp e Inter), una di Europa League (Saint-Etienne) e una di Coppa Italia (si sfiderà la vincente di Udinese-Atalanta). I mali principali si conoscono, nessuno può assicurarne la risoluzione in tempi brevi. Pioli oggi non è a rischio, ma ha sprecato molti bonus e non sono infiniti. La Lazio è fatta così: quando stecca lo fa clamorosamente, ricorda le stagioni più dure, più difficili, più deludenti. Così non si può continuare, sette sconfitte bastano e avanzano. Il girone d’andata non è ancora finito, quello di ritorno non può essere pensato in fotocopia.

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