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RETROSCENA – Morrison è scappato in Inghilterra prima di Dnipro-Lazio!

embrionale
La notizia è stata riportata questa mattina

redazionecittaceleste

ROMA - Pioli attaccato a colpi di tweet da Morrison, direttamente dal ritiro di Formello, prima di accomodarsi in panca all’Olimpico. Incredibile, accade anche questo nei tempi moderni. Prima l’attacco, poi la rimozione del post, la smentita, una spiegazione ambigua, chissà quanto credibile. L’attesa di Lazio-Genoa l’ha rotta l’imprevedibile Ravel: nel pomeriggio di ieri sono spuntate sul suo profilo Twitter (certificato) parole chiaramente dirette al tecnico della Lazio. Pioli, martedì, parlando dei problemi d’inserimento di Morrison aveva detto «non parla ancora una parola di italiano». Ecco il tweet incriminato, di risposta: «Non c’è bisogno di parlare molto sul campo, è il tuo calcio che parla per te». Il primo cinguettio, scritto in inglese, è stato cancellato, forse dopo un intervento della Lazio. Ma è stato sostituito da un secondo tweet: «Tevez ha giocato in Inghilterra senza mai parlare inglese e ha giocato in Italia senza mai parlare italiano», la frase era corredata da risate (con tanto di lacrime) a forma di emoticon. S’è scatenato il putiferio. Morrison in fretta e furia ha dato la colpa ad un amico, tale Kingy22, è il nickname usato su Twitter. Sarebbe stato lui a scrivere sul profilo dell’inglese, è questo che Ravel ha scritto in prima persona: «Non controllo il mio Twitter. Quei tweet non volevano essere irrispettosi per nessuno, sono stati fatti sul mio profilo. Ho rispetto per il mio allenatore e la mia squadra, è come se fossimo tutti una grande famiglia. Lavoro sodo ogni giorno, tutto ciò che voglio è giocare, sono venuto in questo club e ne sono felice». Si può credere ciecamente ad una versione del genere? Ormai è moda, parlano fratelli o amici al posto dei giocatori, troppo comodo.

I ferri corti. A pensar male spesso ci si azzecca. Il pensiero di Morrison, scritto, riportato o sintetizzato, si conosce. Vuole giocare, è contro le scelte di Pioli. Per il tecnico - scrive il Corriere dello Sport - l’inglese è in ritardo, la verità è che non si sposa bene con il suo calcio. Morrison non è un martire. S’è autoescluso per protesta prima di Dnipro-Lazio, ha lamentato fastidi fisici quando ha capito che non avrebbe giocato ed è scappato in Inghilterra. S’è parlato di problemi agli adduttori, di dolori riacutizzati alla caviglia infortunata a fine luglio, di infiammazione al tendine d’Achille di una gamba. E’ il tallone di Morrison il vero problema, in senso metaforico. Il suo punto debole è l’incapacità di adattamento, ha litigato con tutti gli allenatori avuti ad accezione di Redknapp. Persino sir Alex Ferguson s’è arreso. Assenze, fughe, lamentele (vere o presunte) e tweet rubati non sono una sorpresa. Morrison a giugno era stato a rischio taglio ed era verissimo.

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