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Badelj dal primo minuto: ultimo ballo prima dell’addio

Milan Badelj, centrocampista della Lazio.

A fine stagione chiederà ancora di essere ceduto, difficilmente la Lazio si opporrà come a gennaio

redazionecittaceleste

ROMA - Tocca a Badelj, per fortuna Leiva può riposare. Adesso diventa fondamentale gestire le forze e il turnover. Il croato è diventato l'uomo utilizzato da Inzaghi per addormentare il gioco nelle ultime giornate, ma questa potrebbe essere una delle sue ultime apparizioni.

Torna dal primo minuto, Badelj, e non negli ultimi 10' delle gare. Adesso Milan vuole provare a far vedere chi è, anche se gli è rimasto troppo poco tempo. Fra un mese potrebbe consumarsi quell'addio, rinviato a gennaio. Badelj non ha avuto la forza per ergersi al cospetto del compagno di reparto Lucas Leiva, troppa differenza di qualità e quantità tra il croato e il brasiliano. Nonostante i due giochino un calcio completamente diverso l'uno dall'altro, la squadra di Inzaghi cambia pelle a seconda di chi vi sia in campo. Badelj è un giocatore molto più simile a Biglia per certi versi, molte poche palle giocate in verticale e frequentissimi passaggi sicuri in orizzontale. Non ha mai spiccato il volo il numero 25, arrivato a Roma con un curriculum niente male, capitano della Fiorentina e vicecampione del mondo nel 2018, e a parametro zero. Molte grandi squadre italiane, negli anni, hanno pensato di accaparrarselo ma forse è proprio per la sua identità calcistica che tutte, prima o poi, hanno virato su altri obiettivi.  Nel suo percorso in biancoceleste ha dovuto affrontare due ostacoli insormontabili per poter fornire prestazioni di livello: il gioco di Inzaghi e lo strapotere di Leiva. Il tecnico piacentino, dopo la partenza di Biglia, ha adattato l'atteggiamento di squadra alla rabbia, alla grinta e alla corsa del sostituto dell'argentino, arrivato in estate dal Liverpool, e non ne ha più potuto fare a meno. Badelj è un calciatore fin troppo cerebrale per stare al passo con i ritmi di questa compagine, molto spesso lo si vede ragionare a lungo con il pallone e la sua incertezza ha rischiato di essere letale in varie occasioni. La concorrenza di solito, si sa, nel calcio fa bene ma in questo caso ha favorito l'assopimento del metronomo croato.

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