notizie

Caicedo titolare anche contro l’Atalanta

Lazio Caicedo
Si è meritato la conferma, domenica potrebbe scendere al fianco d'Immobile e non di Correa, nonostante l'affinità della coppia vista contro la Sampdoria

redazionecittaceleste

ROMA Era scritto nel libro della giungla biancoceleste: se non sei forte, in questo ambiente, finisci per sparire per sempre. Caicedo si è solo nascosto, poi nel silenzio è riapparso come un “mostro”.

Ha aspettato il suo momento, l'ha ascoltato e poi l'ha azzannato. A Marassi sembrava posseduto, ora la Pantera si è presa davvero la Lazio. Doppio graffio e via, riacceso un lumicino di speranza sotto la Lanterna, poco importa che ci siano quattro squadre davanti in classifica. Non c'è solo la finale di Coppa Italia, ha ragione Inzaghi a non volersi chiudere in campionato una porta per l'Europa. Comunque andrà, tolta dalla corsa intanto la Sampdoria, annientata un'avversaria con coraggio e grinta. Dopo una manciata di minuti stordita già dalla Pantera. Da reietto a re, com'è cambiata in pochi mesi la storia di Caicedo. Lui che si era divorato con uno scavetto il gol a Crotone e veniva additato come principale responsabile dell'addio alla Champions l'anno scorso, oggi è il bomber che lascia la Lazio aggrappata all'ultimo trenino. A Genova prima ha sbranato Colley ed è volato sino in porta, poi ha schiacciato Audero di testa. Peccato ci siano troppi rimpianti per far davvero festa. Perché Caicedo con quel gol al Chievo avrebbe potuto spianare una strada diversa a una Lazio a 58 punti (e non a 55) prima dello scontro diretto con l'Atalanta.

RINNOVO

Il discorso Champions invece rimane in salita, ma da gennaio Caicedo ha messo la quinta. Perché nel 2019 nessuno alla Lazio ha fatto meglio di Felipao. La doppietta contro la Sampdoria, la prima per lui in Serie A, lo certifica con 7 reti nel nuovo anno alle spalle dei soli Quagliarella, Zapata e Petagna. Mai l'ecuadoregno aveva segnato così in carriera. E questa non è solo la sua rivincita, ma anche quella d'Inzaghi che lo aveva preferito a Wesley in estate. Lo sbarco dell'attaccante del Bruges è stato rimandato a giugno, ma bisogna fare i conti con questo Caicedo. In lui anche Tare c'ha sempre creduto, adesso può meritarsi il rinnovo. Felipao è in scadenza nel 2020, a gennaio è stato detto no al Galatasaray. Lotito chiedeva 10 milioni, per lui si sono già raddoppiati. L'agente Vargas ha chiesto delucidazioni sul futuro, è tutt'altro che scontato l'addio, ma anche Caicedo vuole vederci chiaro.

DUALISMO

Mai una parola fuori posto sino alla sfida di San Siro. Perché Caicedo sta vivendo uno straordinario momento e quando Inzaghi l'ha fatto fuori dai titolari col Milan, mercoledì, s'è infuriato. Ha chiesto spiegazioni al tecnico, che guarda caso con la Samp l'ha schierato dal primo minuto. Lui alla vigilia non è mai stato in ballottaggio in attacco. E con Correa domenica pomeriggio è tornato amuleto: 6 vittorie su 6 con questo tandem d'oro. Immobile invece si è riposato, è entrato e, su punizione, ha colpito il nono legno come nessuno. «Le porte sono più piccole», ha scherzato ieri sui social. Prima di ripensare comunque alla vittoria: «Daje Lazio». Ciro sta forse vivendo il peggior frangente da quando veste biancoceleste, ma stavolta non si può certo dire che non esiste un suo vice. Oppure un suo partner, vista addirittura la media gol (ogni 152') ora migliore di Caicedo. Sarebbe spettacolare e coraggioso se Inzaghi osasse davvero le tre punte in qualunque prossima sfida. Felipao di sicuro si è guadagnato la conferma e, per fine campionato, ha pure disfatto la valigia.

Cittaceleste.it