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Calvi e la «bocciatura» a di Martino mentre lo «scontificio» è a quota 653

ROMA - Il terzo grado della giustizia sportiva, così come è concepito, si appresta a «vivere» la sua ultima stagione: sarà cancellato (salvo colpi di coda) dalla riforma voluta e per certi versi imposta dal...

redazionecittaceleste

ROMA - Il terzo grado della giustizia sportiva, così come è concepito, si appresta a «vivere» la sua ultima stagione: sarà cancellato (salvo colpi di coda) dalla riforma voluta e per certi versi imposta dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. Una decisione che ben fotografa i dubbi sul reale peso che ha avuto negli ultimi due anni quello che è stato battezzato dalle stesse istituzioni come lo «scontificio». I numeri «parlano» chiaro: il Tnas con i 3 tolti a Mauri è arrivato a 653 mesi di sconto sulle sentenze emesse dagli organi di giustizia della Figc in merito al calcioscommesse. Ci sarebbe da pensare che la giustizia federale sia stata troppo «cattiva» nel giudicare. Addirittura qualche volta il Tnas ha anche fatto pesanti accuse al loro operato, parlando di superficialità nelle valutazioni. Non sono mancate spesso pure accuse alla qualità delle indagini penali svolte: proprio questo aspetto ha anche spinto il Coni a pensare a una Superprocura che «vigili» sull’operato di quelle federali. Forse per evitare che ci sia superficialità o che si prendano alla lettera le conclusioni della magistratura ordinaria.

Opportunità - Ma nella giungla di posizioni ci sono anche quelle di pura opportunità che certe volte potrebbero essere sollevate anche dai diretti interessati. E’ il caso del professor Guido Calvi (ieri arbitro del caso Mauri), già senatore della Repubblica, e componente laico del Csm, l’organo di vigilanza dei magistrati. Proprio il Csm si è imposto affinché i giudici non potessero assumere incarichi di arbitrato. A vigiliare su questa disposizione sono proprio i membri non togati, come Calvi che però ha continuato a esercitare il ruolo di arbitro in un altro ordinamento (può farlo). Ma la questione più delicata è un’altra: Calvi nel suo ruolo di arbitro del Tnas entra nel merito dell’operato dei magistrati che lavorano sul calcioscommesse. Su uno di questi magistrati, però, ha anche espresso parere negativo. Lo ha fatto con il Procuratore di Cremona, Roberto di Martino, nella veste di relatore della quinta commissione del Csm, quella che decide le carriere dei magistrati, «bocciandone» il passaggio ad aggiunto della Procura di Brescia. Certo la decisione finale è stata del plenum del Csm, ma ha pesato parecchio la sua relazione e questo da solo avrebbe dovuto far scattare almeno una necessità di «autosospensione» per motivi di opportunità. Anche perché la vicenda è aperta: c’è un ricorso pendente al Tar del Lazio. Il Coni e la Federcalcio ne erano a conoscenza? Calvi aveva avvisato ottenendo l’okay per continuare a fare l’arbitro del Tnas anche sulle vicende che riguardano Cremona (come il caso Mauri)? Domande che avremmo voluto fare al professor Calvi: lo abbiamo cercato ieri con insistenza, ma dopo averci rinviato a un momento successivo non ci ha più risposto. I quesiti restano. E forse meritano una risposta. (Gazzetta dello Sport)

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