- DELUSIONE PIOLI, ROMA - Era deluso Pioli nella pancia della Bay Arena, lo sguardo triste come mai da quando allena a Formello. S’aspettava un’altra Lazio anche con gli stessi uomini. Un diverso furore, più coraggio, meno paura. E la voglia di provare sino all’ultimo di riacciuffare la qualificazione, perché anche sotto di due gol sarebbe bastato un pallone per centrare l’impresa. E invece no. Non è stata la solita Lazio. Questo è il motivo che più di ogni altro l’ha afflitto e ha contribuito a far crescere i suoi rimpianti. Ha scoperto una squadra timida, messa sotto in ogni zona del campo, perdente in quasi tutti i duelli. All’Olimpico, invece, era andata in modo diverso. La Lazio aveva combattuto su ogni pallone e risposto al Bayer colpo su colpo. L’esito dell’andata - scrive il Corriere dello Sport - lo aveva spinto in questa direzione dopo l’infortunio di Biglia. Privilegiare i muscoli e la reattività al palleggio per contrastare i ritmi e la fisicità superiore dei tedeschi. Un ritmo e una forza d’urto impressionante. Perché la differenza tra Champions e campionato italiano è enorme. E’ come se fossero due sport diversi. Si gioca con una qualità, un’aggressività e una velocità quasi insostenibili per le squadre italiane, ancora di più ad agosto.
archivio2015
CROLLO – Pioli deluso dai suoi ragazzi: ecco cosa è successo
Formazione. Bisogna correre forte in Champions. Pioli aveva troppi giocatori lontano dal rendimento migliore. Sono state discusse le sue scelte. Rifarebbe le stesse. Gentiletti palleggia e avvia l’azione meglio di Mauricio. Ma il brasiliano salta come una molla, va su di testa, è veloce e all’andata, anche con i suoi interventi scomposti, s’era fatto apprezzare. L’argentino è più lento e soprattutto ha sofferto la preparazione estiva, ha pagato gli otto mesi di stop per il ginocchio, sta carburando con grande fatica. Pioli gli ha concesso il Bologna per allenarlo e forse lo avrebbe impiegato dall’inizio a Leverkusen in caso di difesa a quattro. I suoi piani sono saltati con l’infortunio di Biglia. Nella stagione scorsa, quando mancava l’argentino, Pioli passava alla formula con i due mediani. Cataldi, dopo l’Europeo, ha saltato Auronzo e ha cominciato a fine luglio. E’ indietro come forma, possiede visione di gioco e calcio pulito, non eccelle nell’interdizione e avrebbe dovuto giocare nella zona di Calhanoglu. Rischiava di essere travolto a quei ritmi. Troppe responsabilità, a volte è superficiale, come capita ai giovani: nel test con il Sigma autogol di tacco su angolo dei cechi, Pioli non gradì. Onazi, come contrasto, dava maggiori garanzie e sino a quando il Bayer non è passato in vantaggio quella scelta ha avuto senso. Non contano i moduli, ma le interpretazioni. I tedeschi davanti entrano con quattro attaccanti. Pioli cercava la parità numerica e ha scelto la difesa a tre più Basta e Lulic esterni. De Vrij centrale per contrastare Kiessling, alto il doppio di Gentiletti, e certo non poteva essere l’argentino a marcarlo nel gioco aereo. Con lo stesso modulo (3-4-2-1) la Lazio aveva vinto a Napoli all’ultima di campionato e costretto la Juve ai supplementari in Coppa Italia. Meno palleggio, Felipe e Candreva trequartisti (e non esterni) per dare qualità alla manovra. Loro due e Keita avrebbero dovuto ribaltare l’azione, ma il Bayer quasi mai li ha fatti giocare. Gli errori di De Vrij e Mauricio hanno spianato la strada ai tedeschi.
Cittaceleste.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA