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Inzaghi ha parlato con Correa: deve sbloccarsi sotto porta

Notizie Lazio - Correa verso una maglia da titolare

L'argentino non segna addirittura dal 25 novembre proprio nell'1 a 1 contro i rossoneri. E' appena a quota tre reti in campionato, servono i suoi gol nel momento in cui c'è un calo d'Immobile

redazionecittaceleste

ROMA E' passata davvero una vita da quando Correa ha segnato l'ultima volta. Era il 25 novembre e al 94' l'argentino trovava il pareggio contro il Milan con un destro di controbalzo dalla distanza.

Sono trascorsi quattro mesi e mezzo, ma l'argentino non si è ancora sbloccato. E allora chissà che a portargli fortuna non sia proprio il prossimo avversario. I suoi gol mancano come il pane, non può togliere sempre le castagne dal fuoco Immobile. Tanto più che adesso Ciro non sta attraversando il suo miglior momento, Joaquin deve tirare fuori qualcosa dal cilindro. Anche domenica l'argentino è entrato in campo, ha dato un scossa e un assist al bacio, ma perché non provare mai il tiro? A Firenze era stato lo stesso Inzaghi a redarguirlo: «Ha ancora margini di miglioramento, è un professionista molto serio. Deve migliorare in fase realizzativa, perché un giocatore come lui deve alzare per forza il numero dei gol». Già ancora troppo pochi (appena 3 in campionato, 2 in Europa) rispetto a quello che fa Correa con quei piedi fatati. Per carità, vanno considerati gli 8 assist preziosi, ma ci si aspetta comunque molto di più da uno che è stato pagato 19 milioni. Insomma ogni Tucu di genio non può bastare come premio.

DISCORSO

Non puoi essere il migliore, se non riesci mai a segnare. Forse anche per questo non lo ha ancora riconvocato, il ct Scaloni, in Nazionale. Domenica è stato il maestro Veron a spiegargli cosa deve fare: «Lo conosco bene, ha doti incredibili, personalità, ma deve ancora crescere. Parlo spesso con lui, come è successo a me anche lui deve credersi importante e trascinare la squadra, questa è la cosa che ancora gli manca». Inzaghi allora ieri ha provato a convincerlo che sabato a San Siro potrà essere la sua partita. Non dovrà essere la solita scheggia impazzita, che diventa innocua quando c'è da mettere la palla dentro la porta. Correa contro il Milan tornerà titolare, dovrà pressare, accelerare, inventare, ma soprattutto fare male. Perché lui stesso spiega: «Per me e per tutta la Lazio è una settimana fondamentale».

MARCATORE

Correa non segna in assoluto dal 13 dicembre, quando centrò il gol della bandiera con l'Eintracht Francoforte. Domenica, come nel derby, a Firenze e a San Siro, un'altra partita da fuoriclasse, senza entrare però fra i marcatori. La sua firma adesso diventa imprescindibile, visto che non è sufficiente ormai solo Immobile. Al quale Correa col Sassuolo aveva regalato un altro ciccolatino incredibile. Un Tucu-taka che avrebbe dovuto far volare la Lazio e invece la lascia a mezz'aria nel decollo. Dev'essere quindi Joaquin a imparare a fare qualcosa di più da solo per non restare un campione incompiuto e regalare alla sua squadra qualche punto. Non è un caso che i biancocelesti abbiano la quota-gol più bassa della Serie A per i secondi marcatori. Domenica Lulic ha raggiunto Caicedo e Milinkovic a 4 reti in campionato, secondi dietro Immobile (14): la Lazio come il Chievo (Pellissier a 4) ultima in classifica, per intenderci. E Correa non è nemmeno a quei numeri. E' l'uomo che crea sempre la superiorità numerica e ha classe da vendere, ma poi non riesce a incidere. Andata e ritorno, col Milan sotto porta è il momento di rinascere.

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