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Finalmente Correa: non si muove più dalla Lazio

Joaquin Correa esulta dopo il golazo contro il Milan

A ottobre aveva persino pensato d'andar via perché non trovava spazio con Inzaghi, ora è ufficialmente entrato con cattiveria e decisione nel cuore di tutti i laziali. Cancellato il ricordo di Felipe

redazionecittaceleste

ROMA - Un derby da urlo. Magie da futuro fuoriclasse e carattere da leader, sulle orme di Juan Seabstian Veron. El Tucu Correa si scrolla quasi del tutto di dosso l’ombra pesante di Felipe Anderson e si prende finalmente la Lazio.

Il giovane talento argentino nel derby è salito in cattedra, sfoderando una delle prestazioni più belle, se non la più convincente per qualità e quantità, da quando è biancoceleste. Ha sofferto all’inizio a giocare poco, facendo pure strani pensieri lontani dalla capitale, ma può succedere. A ottobre non giocava mai titolare con Inzaghi, adesso è diventato essenziale nei suoi schemi. Le sue accelerazioni improvvise, i suoi dribbling e guizzi resteranno per diverso tempo nella testa di Fazio e Juan Jesus, i due centrali difensivi giallorossi che non sono stati in grado di fermarlo in nessuno modo. Per la prima volta, il numero undici laziale ha dato l’esatta percezione di voler cambiare la gara come e quando lo desiderasse. E questo, spesso, succede ai grandi calciatori. Lui, Joaquin, ancora deve fare tanta strada, come dice il suo mentore e idolo Veron, ma la direzione presa sembra essere quella giusta. A maggior ragione se il nuovo percorso parte da una partita come il derby. Che può distruggere, ma pure consacrare.

SVOLTA

Joaquin non ha segnato, anche se l’avrebbe meritato, ma per come si è mosso sul campo è stato determinante come e quanto un gol. Il 3-0 sarà l’ennesimo risultato storico della storia laziale in un derby, ma stavolta non verrà ricordato solo per i suoi tre marcatori Caicedo, Immobile e Cataldi, ma pure per Correa. La vittoria e il riscatto sulla Roma porta il suo sigillo. E’ suo l’assist al bacio per Caicedo che taglia in due la difesa giallorossa. Come è suo il guizzo che sovrasta Fazio e lo costringe al rigore. Un uno-due terribile che ha schiantato i cugini. Pensare che Di Francesco era stato buon profeta alla vigilia, segnalandolo come unico e vero pericolo. E così è stato. E’ l’unica cosa che ha azzeccato il tecnico romanista. Per Correa il derby può essere il trampolino di lancio definitivo per diventare insieme a Immobile, Milinkovic, Leiva e Acerbi un intoccabile della Lazio. Dipende da lui, come migliorare, e questa è l’unica pecca, sotto porta. Ma Joaquin lo sa bene. Tutti i suoi allenatori, Berizzo per primo, gli ripetevano sempre: sei grande, ma potresti essere eccezionale se fossi più incisivo davanti al portiere. Fino ad ora ha segnato appena tre reti in campionato, ma adesso dopo la fiducia acquisita nel derby potrebbe esplodere e cominciare, non solo a fornire assist, ma anche a segnare più gol. Potrebbe essere la ricetta giusta per la Champions.

Cittaceleste.it