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IL BILANCIO DEI NUOVI – Milinkovic e Hoedt up, Morrison e Patric down. Kishna a metà!

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Ecco le nuove facce della madaglia biancoceleste. La Lazio non le ha nemmeno presentate (unica squadra in Serie A), eppure si può già trarre un primo bilancio positivo o negativo dei 5 acquisti biancocelesti dell’ultimo mercato

Alberto Abbate

ROMA - Ecco le nuove facce della madaglia biancoceleste. La Lazio non le ha nemmeno presentate (unica squadra in Serie A), eppure si può già trarre un primo bilancio positivo o negativo dei 5 acquisti biancocelesti dell’ultimo mercato. Oggi lo sfogo del “fantasma” Morrison in patria. Era fuggito in Italia, Ravel, alla Lazio pensava di cambiar vita. Invece il pregiudizio è universale. Sembrava un altro, in estate ad Auronzo. Pioli era pronto a lanciarlo, adesso è il primo a lamentarsi di uno scarso impegno: «Non ha ancora imparato una parola d’italiano». Tradotto: Morrison non si sforza di rendersi la vita più semplice, non dimostra di volersi prendere la Lazio. Ancora con qualche chilo di troppo, ancora “solo” in una realtà biancoceleste in cui il gruppo fa la forza.

PATRIC - Dedizione alla causa, prima di tutto. C’è chi almeno sta comunque a dieta: «Se non si gioca, si mangia verdura e basta!», twitta un altro acquisto sin qui sconosciuto. Appena 44’ collezionati con la maglia della Lazio, Patric doveva essere il vice-Basta, invece rimane un oggetto misterioso. Studiato solo a centrocampo in ritiro, visionato come terzino destro (il suo ruolo) soltanto nella disfatta col Chievo. Pioli ha rispolverato addirittura il “dissidente” Konko al suo posto, così l’ex Barcellona è impossibile da giudicare. Tare lo aspettava addirittura da un anno a parametro zero, ma evidentemente la tecnica dello spagnolo ancora non basta. Per lo meno, rispetto a Morrison, sembra più integrato e meno «infelice», a sentirlo cinguettare di continuo: «Continuiamo a lavorare così, insieme siamo più forti».

HOEDT - Scongelato nell’emergenza e ora titolare. Pioli lo aveva lasciato nel freezer per 5 partite, non era convinto dopo le incertezze nelle amichevoli estive. Invece alla prima l’incredibile Hoedt si comporta meglio di Mauricio e Gentiletti. Ha piedi e muscoli, pian piano sempre più sciolti. Aveva pagato dazio a Napoli contro il mostro Higuain, adesso Wesley punta a un posto da titolare al fianco di de Vrij al rientro dalla sosta. Non solo. In pochi se ne sono accorti, ma finalmente c’è un difensore che segna: l’anno scorso, nell’intera stagione, c’era riuscito solo Gentiletti nel finale a trovare la rete. In Europa League, contro il Saint-Etienne, Hoedt centra la porta con la tecnica d’un fantasista e la precisione d’un centravanti. Adesso sono sei le presenze (fra campionato e coppa) per un totale di 458’ e appena un cartellino giallo. Prospetto centrato, mica male questo 21enne.

MILINKOVIC - Un Sergej di ferro, 192 centimetri - più di Pogba e Kondogbia - d’esplosività. Milinkovic è senz’altro il nuovo acquisto più azzeccato. D’altronde c’erano già 10 milioni (pagati al Genk) di buoni motivi per considerarlo tale. Vola e arpiona palloni, il serbo sulla trequarti sta diventando la mossa del presente e del futuro: a riposo col Frosinone, dopo la Serbia “maggiore” (appena conquistata) Pioli lo catapulterà sul Sassuolo alla ripresa. Aveva affossato di testa il Dnipro all’esordio europeo, s’era confermato dall’inizio col Genoa, a Verona s’era preso il fallo della vittoria per sfatare anche il tabù trasferta. Lì dove una volta s’inseriva capitan Mauri, adesso c’è Milinkovic, impossibile da spostare e con un’intelligenza tattica non comune. A 20 anni vince ogni duello aereo e permette gli inserimenti dei compagni sulle fasce.

KISHNA - Vola ancora a mezz’aria, Kishna. In gol alla prima col Bologna, ma poi sempre fra luci e ombre. Troppo lento, troppo lezioso. Pericoloso, l’olandese, soltanto con un tiro di punta col Frosinone. Sulle doti tecniche di Ricardo c’è poco da discutere, ma continua a non convincere il suo morboso attaccamento alla palla più che alla concretezza di una rete. Sinora ne ha centrata una, in questo campionato, su 8 presenze (comprese le coppe). Più inquietante, però, il numero di assist (appena uno, in Europa League a Dnipro, con la punizione per Milinkovic) perché Kishna è, insieme a Dybala, Florenzi e Telles, il giocatore che effettua più cross a partita (2.2) di tutta la Serie A. I suoi traversoni evidentemente non raggiungono mai la testa o i piedi dei compagni. I suoi movimenti e i suoi dribbling, spesso prolungati, tendono a mandare fuori tempo la Lazio. Bisogna quindi trovare l’armonia, Ricardo - come Morrison - non può ballare da solo.