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IL BUIO – Lazio colabrodo e ormai in piena emergenza: Candreva non c’è più!

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di Andrea Colacione ROMA – Il derby di ieri ai veri laziali ha lasciato soltanto tanta amarezza ma soprattutto indifferenza ed è questa la cosa che deve allarmare di più. Indifferenza perché un po’ tutti (a parte i soliti creduloni…)...

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di Andrea Colacione

ROMA - Il derby di ieri ai veri laziali ha lasciato soltanto tanta amarezza ma soprattutto indifferenza ed è questa la cosa che deve allarmare di più. Indifferenza perché un po’ tutti (a parte i soliti creduloni…) se lo aspettavano ma soprattutto perché si è presa finalmente coscienza che la vera Lazio, quella fatta di ardore, ambizione ed appartenenza si è ormai disciolta in briciole, lasciando spazio alla Lazio di Lotito che ovviamente se la tiene tutta per sé e per le sue aziende. E non c’è dubbio che è una Lazio estremamente mediocre, rinchiusa in un bunker e che non emoziona più nessuno. E’ una Lazio costruita sull’egoismo e sulla mediocrità ed il popolo laziale, almeno quello di una volta, tutto ciò non potrà mai accettarlo. Urgono prese di coscienza, giorni di dure e costanti lotte ma soprattutto bisogna abbandonare Lotito al suo destino visto che non ha mai fatto nulla a favore del popolo laziale, usandolo solamente.

 

VECCHIE LACUNE E NUOVE LACUNE: COS’HA CANDREVA? - Della difesa di burro è inutile parlare: ormai la conoscono a memoria pure i sassi e c’è da giurare che due sagome di cartone farebbero meno danni della coppia Mauricio-Gentiletti alla quale si è aggiunto ieri il contributo di Radu e persino di Marchetti che ha ormai perso qualsiasi senso dell’orientamento. Ma siccome quando piove e non ci si ripara in tempo poi arrivano le tempeste, ecco che sono sorti nuovi problemi. E sono problemi tutt’altro che di poco conto… Tre centravanti che non ne fanno uno, almeno nelle partite che contano davvero ed ora come un fulmine a ciel sereno la grana Candreva, ottimo giocatore ma che da qualche tempo sembra che giochi contro voglia. Dottor Jekyll in nazionale e mister Hyde con la casa madre. Irritante, solitario e inconcludente, sembra un corpo estraneo al resto del gruppo. Dove è finito quel meraviglioso giocatore che abbiamo ammirato fino allo scorso anno?

F.ANDERSON E KEITA LE UNICHE NOTE LIETE - Felipe Anderson (occhio ad una sua possibile cessione in stile Hernanes) e Keita Balde sono gli unici che si sono salvati ieri insieme a Lulic che a parte il fallo “criminale” su Salah ci ha messo tanta grinta. Felipe come al solito si è espresso a sprazzi ma quei pochi sprazzi sono stati un’inutile luce nel contesto di una mediocrità assoluta. E la giocata con la meravigliosa parabola che si è stampata all’incrocio dei pali, avrebbe meritato ben altra sorte, nel giorno in cui il suo amico Neymar si è inventato un gol unico ed irripetibile. Purtroppo il gioiellino laziale, pur nella sua discontinuità, predica nel deserto e spesso è costretto a far tutto da solo perché non è assistito dal resto della squadra. Ma insieme a lui ha fatto molto bene Keita Balde, entrato a mio avviso troppo tardi. Il talentino strappato al Barcellona, sulla fascia sinistra ha creato continui grattacapi alla difesa romanista con la sua tecnica e con la sua velocità. Voleva andarsene perché reclamava più spazio ed invece oggi è una delle pochissime note liete di una stagione mediocre e purtroppo destinata a concludersi in modo ancor più mediocre, anche per colpa di un tecnico che per essere troppo aziendalista si è tagliato gli attributi da solo. E si sa che quando le cose vanno male, tutti o quasi ti abbandonano, anche se il pesce puzza dalla testa e cioè dalla società che nella persona di Lotito fa e soprattutto disfa a proprio piacimento.

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