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Il Messaggero lancia l’allarme: “La Lazio non sa rimontare”

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ROMA - Una reazione d’orgoglio. Su questo infierisca ora, Pioli. Perché non è possibile che la sua Lazio sia allergica alle rimonte. Basta un gol e va in tilt, un’esultanza “nemica” frantuma ogni certezza,...

redazionecittaceleste

ROMA - Una reazione d’orgoglio. Su questo infierisca ora, Pioli. Perché non è possibile che la sua Lazio sia allergica alle rimonte. Basta un gol e va in tilt, un’esultanza “nemica” frantuma ogni certezza, spezza le gambe: ossa rotte, ieri alla ripresa a Formello, dopo la sconfitta di Empoli. Infermeria stracolma: ora c’è pure Mauri in dubbio per la Juve, per un’infiammazione alla coscia destra. Il capitano s’era fermato al 42′ al Castellani, ieri gli esami in Paideia: lo staff medico spera di rimetterlo in piedi la prossima settimana, chance di successo al 50%. E’ pronto Ederson: «E’ bello essere tornato, ora sto conquistando la fiducia del mister». In realtà inutile la sostituzione di Pioli. Meglio dunque rilanciare subito lo scugnizzo Keita, ieri finalmente in campo a parte con Basta: meno male, dopo le ultime due uscite di Cavanda. Radu dovrebbe tornare in gruppo lunedì: «Ha dei problemi articolari e dobbiamo andarci cauti». Ieri a riposo anche Marchetti (può farcela a rientrare) e Braafheid. Calvario infinito per Cataldi: nuovo stiramento alla coscia, vecchia vita ai box.

 

STRIGLIATA Con 12 Nazionali assenti e tanti forfait, ieri Pioli si limitava alla conta e a una partita di calcetto. Ramanzina rimandata a quando il gruppo sarà al completo. L’allenatore, a caldo, ha difeso i suoi uomini, ma pretende da loro la stessa grinta dell’approccio anche nella sofferenza. Bisogna correggere in fretta il neo di quest’avvio di stagione: non è possibile che la Lazio, in 11 giornate di campionato, non sia mai riuscita a ribaltare il risultato una volta passata in svantaggio. In principio fu il Milan, poi a Genoa, con l’Udinese e infine a Empoli. Pioli arriva a questa sosta con un punto in più della passata stagione.

CERTEZZE Tredici gol subiti, tre in meno dell’era Vlado: la settima difesa del campionato non può comunque valere la Champions. E aspettando un rinforzo a gennaio e più sorte (praticamente mai la stessa difesa impiegata in 11 giornate), serve concentrazione. Mai una Lazio così imprecisa, in ogni reparto, come a Empoli. In calo i sempre presenti Lulic e Parolo. Onazi sembra involuto, Gonzalez convalescente. E né Ederson né Felipe Anderson possono ricoprire quel ruolo. E saranno fisiologiche altre flessioni con certi minutaggi: Parolo rimane il giocatore che ha giocato di più, seguito da Candreva, de Vrij, Lulic e Djordjevic. Ritmi snervanti, una raccolta di bollini: 29 gialli e tre rossi. Questa Lazio può però arrivare terza, ma anche ottava. Le certezze vanno costruite. (Il Messaggero)

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