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IL PROGETTO – Giovani? De Vrij unico titolare U-23

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S’è acceso Felipe Anderson. Soffre Keita. Onazi è diventato una riserva. Cataldi è appena uscito dall’infermeria. Tounkara deve sfogarsi con la Primavera. Doveva e dovrebbe essere ancora la Lazio dei giovani,...

redazionecittaceleste

S’è acceso Felipe Anderson. Soffre Keita. Onazi è diventato una riserva. Cataldi è appena uscito dall’infermeria. Tounkara deve sfogarsi con la Primavera. Doveva e dovrebbe essere ancora la Lazio dei giovani, almeno così era stata annunciata in estate. Il progetto resta valido, si misurerà nel tempo e basterà aspettare. Lo dimostra il percorso del brasiliano ex Santos. Il campo e le scelte di Pioli sinora avevano promosso l’esperienza, l’affidabilità e la personalità dei senatori. E’ l’abitudine a giocare a scavare la differenza. La lezione arriva dall’estero. Una prova? L’unico under 23 titolare della Lazio si chiama Stefan De Vrij, ex capitano del Feyenoord, eletto dalla Fifa miglior difensore al Mondiale in Brasile con l’Olanda. Compirà 23 anni il 5 febbraio. Ha impiegato poco tempo a capire il calcio italiano, può migliorare tanto. E lo sta dimostrando di partita in partita. E’ il giocatore più impiegato da Pioli: 13 presenze in campionato per un totale di 1165 minuti. Ha saltato una sola partita (con l’Udinese) per scontare un turno di squalifica, era stato espulso pochi giorni prima a Marassi con il Genoa. E’ diventato in fretta un pilastro della Lazio e c’è da pregare, considerando l’emergenza in difesa, affinché conservi la salute. Gioca da titolare, perché così è stato corteggiato, inseguito e acquistato: doveva rifondare il reparto arretrato che perdeva Biava e Dias. E’ stato abbandonato presto da Santiago Gentiletti, 29 anni, il gringo argentino ex San Lorenzo, reduce dal trionfo in Coppa Libertadores, operato al ginocchio per la ricostruzione del legamento crociato anteriore.

Segnali. Sinora Pioli ha fatto giocare molto poco i più giovani. L’età media dell’organico è di 27,2 anni. Il 22 novembre, nella sfida con la Juve, il blocco dei titolari della Lazio arrivava a sfiorare i 29 anni. Nelle ultime due settimane i baby hanno provato a lanciare la rimonta. Se sapranno sfruttare le occasioni, emergeranno. Lo dice il campo: c’è bisogno di energie fresche e di risposte affermative. Felipe Anderson era atteso e segnalato in crescita. Ha sfruttato l’infortunio di Candreva per realizzare a Parma il suo primo gol nel campionato italiano dopo più di un anno dal suo acquisto. Timidi segnali di Keita, penalizzato per un mese da uno stiramento al polpaccio e in precedenza dalle scelte di Pioli, che lo vede poco incline a calarsi nell’organizzazione tattica. Il suo talento avrebbe bisogno di libertà. Pensa troppo a come deve muoversi, ha smarrito fantasia e rinunciato al dribbling, specialità della casa. S’è visto pochissimo: appena 6 presenze e 259 minuti in campionato, mai a tempo pieno, solo tre volte titolare. Dopo il girone di ritorno fantastico della passata stagione, 5 gol e 5 assist sotto la guida del suo maestro Bollini, s’è eclissato. Ora deve rialzarsi e rimettersi a correre.

Anticamera. Stesso discorso per Danilo Cataldi, 20 anni, il capitan futuro della Lazio. Due stiramenti a fila gli hanno precluso il debutto in serie A e fatto perdere tre mesi pieni. Il suo valore è fuori discussione. Presto risalterà. Al Tardini era in panchina, è appena rientrato nel gruppo, spera di non fermarsi più. Chissà che non coroni il suo sogno domenica all’Olimpico con l’Atalanta, almeno a partita in corso, approfittando dello stop di Biglia e della squalifica di Parolo. Un’occasione all’orizzonte si profila per Onazi. Il nigeriano compirà 22 anni nel giorno di Natale. Ha trovato poco spazio, appena 7 presenze per un totale di 382 minuti. Ha firmato a settembre il rinnovo del contratto, solo quattro volte titolare, a novembre ha perso quota ed è scivolato nelle gerarchie del tecnico emiliano. Una riflessione a parte merita Tounkara, 19 anni da compiere a gennaio. Estate da protagonista, doveva essere ed è ancora considerato la terza punta centrale della Lazio, è costretto a rincorrere con la Primavera di Inzaghi. Sperava di giocare negli ultimi minuti con il Varese in Coppa Italia e c’è rimasto male, confortato dai tifosi critici con Pioli. Se non vede il campo Klose, figuriamoci Mamadou… (Corriere dello Sport)