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KEITA-MINA – Balde chiede la cessione, riecco Borini

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SHANGHAI - La rabbia di Keita è esplosa sul prato di Shanghai, quando la Juve non era ancora salita sul palco allestito per la premiazione con la Supercoppa. Lo spagnolo si è sfogato con il presidente Lotito, che stava provando a...

redazionecittaceleste

SHANGHAI - La rabbia di Keita è esplosa sul prato di Shanghai, quando la Juve non era ancora salita sul palco allestito per la premiazione con la Supercoppa. Lo spagnolo si è sfogato con il presidente Lotito, che stava provando a calmarlo. Si vedeva benissimo dalla tribuna, il colloquio è durato tre o quattro minuti. Keita era arrabbiatissimo, gesticolava, indicava la panchina e il corridoio del riscaldamento. Novanta minuti in panchina, a guardare gli altri. La sua stagione, dopo un discreto precampionato e una prestazione strafottente a Mainz, è ricominciata come si era conclusa. Keita è nervoso, non gioca, si sente chiuso dalla concorrenza, ma soprattutto poco considerato da Pioli. Ieri sera neppure è entrato. A parte la solita staffetta tra Klose e Djordjevic, gli altri due cambi sono stati Kishna e Morrison, i due nuovi acquisti, tutti entrati nel reparto offensivo, uno come esterno offensivo e l’altro da trequartista. Nessuna gelosia dei compagni, ma Keita pensa che con il tecnico emiliano il suo percorso continuerà a rivelarsi pieno di ostacoli e povero di soddisfazioni.  

 

 

 ASPETTATIVE - Dipenderà anche e soprattutto da lui mettersi in discussione, migliorare, mettere in difficoltà il suo tecnico. Possiede caratteristiche poco congeniali al calcio di Pioli, fatto di movimento e di inserimenti senza palla. Lo spagnolo invece comincia a correre solo quando riceve il pallone, predilige le corsie esterne, rientra poco ad aiutare. Così come oggi è concepita la Lazio, Pioli lo mette in campo al posto di Djordjevic o Klose (è successo a Mainz), eppure si tratta di un ruolo che Keita non gradisce. Lo ha detto al suo allenatore durante il ritiro di Auronzo. Certo non il modo migliore per cercare di crescere (e sul serio), perché nel calcio di oggi non bastano tre gol e due dribbling per sentirsi arrivati e pretendere un posto da titolari.   DIVORZIO? Di sicuro lo spagnolo sta soffrendo - assicura l'edizione odierna del Corsport - e si sente a disagio per una situazione che ormai va avanti dall’anno scorso, ritiene non ci siano più grandi prospettive di impiego alla Lazio e per questo motivo si è sfogato con il suo presidente. Sta prendendo in considerazione l’idea di andar via, potrebbe aver chiesto la cessione a Lotito, che in realtà non ha molto intenzione di cederlo e in quel momento, sul campo, stava soltanto cercando di calmarlo. In una stagione piena di impegni, ci sarà bisogno di tutti. Peraltro lo valuta diversi soldi e nessuno sinora si è presentato dalla Lazio con argomenti concreti. Ci vogliono 15 milioni per portarlo via e il suo agente Ulisse Savini sta cercando all’estero. Germania e Inghilterra le piste da controllare, anche se per la Premier c’è la difficoltà supplementare dello status da extracomunitario.  SCENARI - Al terzo anno in prima squadra la Lazio si aspetta da Keita un salto di qualità caratteriale. Il valore tecnico nessuno lo discute. E’ sotto esame e in bilico da giugno. Era piaciuto l’approccio in ritiro, ma ora deve saper resistere, altrimenti Lotito e Tare (più Tare di Lotito) prenderanno davvero in considerazione l’idea di cederlo. Una sua partenza potrebbe sbloccare il mercato in attacco. La Lazio nega di essere tornata in corsa per Fabio Borini, trattato ora dalla Fiorentina. Nei giorni scorsi era spuntata la candidatura dell’uruguaiano Jaime Baez, vent’anni, un altro attaccante classe ‘95, di proprietà della Juventud de Las Piedras. Valutazione 4 milioni. Ci sono stati contatti con il suo manager Alessandro Lucci.  

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