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L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Lazio, una vittoria che vale oro!

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ROMA - Ghirardi lascia il Parma, ultimo in classifica e pieno di debiti. Toccherà alla nuova cordata russo-cipriota stabilire il destino di Donadoni, 12 sconfitte in 14 giornate, ma ancora in sella perché cessioni e infortuni hanno...

redazionecittaceleste

ROMA - Ghirardi lascia il Parma, ultimo in classifica e pieno di debiti. Toccherà alla nuova cordata russo-cipriota stabilire il destino di Donadoni, 12 sconfitte in 14 giornate, ma ancora in sella perché cessioni e infortuni hanno demolito una squadra pochi mesi fa da Europa League. L’ex ct azzurro ha perso anche con la Lazio di Pioli, a cui curiosamente aveva lasciato il posto a Formello. All’inizio di giugno era in ballo per sostituire Reja, ma non trovò l’accordo economico con Lotito. Impossibile non si sia pentito. Nel momento più complicato e con il ritiro di Norcia già organizzato dal suo presidente, ieri in tribuna all’Arechi per seguire la Salernitana, il parmense Pioli s’è risollevato a pochi passi da casa e allo stadio Tardini che l’aveva visto nascere calciatore trent’anni fa. E’ la prima volta che la Lazio, una volta in svantaggio, riesce a rimontare. Non vinceva da più di un mese, i segnali della crisi si sono affacciati a lungo sul campo, perchè la partita è stata complicata, assai brutta e sofferta, soprattutto nel primo tempo. Un aiutino lo ha ricevuto dall’arbitro Guida, poco assistito dai suoi collaboratori. Il Parma ha protestato per un gol regolare annullato a Gobbi (fuorigioco inesistente) e per il pareggio di Stefano Mauri, realizzato quando i due minuti di recupero concessi alla fine del primo tempo erano scaduti da 13 secondi. Episodi determinanti.

 

 

Poco ritmo. Frenata dalla paura, con poca benzina nelle gambe, la Lazio ha spinto con decisione solo in avvio. Rispetto alle precedenti uscite, meno pressing e sulla destra si avvertiva l’assenza di Candreva, infortunato. Pioli ha varato il 4-3-2-1. Mauri è subito scivolato a destra e Felipe Anderson ha preso possesso della fascia sinistra. Si muovevano come due trequartisti e avevano il compito, nella fase di non possesso, di dare un’occhiata a Lodi. Donadoni, invece, aveva chiesto a Palladino di occuparsi di Biglia. Quando l’argentino ha colpito la traversa su punizione dal limite, si è avuta l’impressione che la Lazio volesse avventarsi sul Parma e mettere subito le cose in chiaro. In realtà sono stati gli emiliani a scuotere la partita con il primo episodio contestato. All’11′ Palladino è scappato a Radu e ha aperto per Cassano. Rapido il cross rasoterra del barese e Gobbi ha infilato di piatto in rete. Tutto inutile. Il guardalinee Di Fiore aveva sbandierato segnalando il fuorigioco inesistente di Cassano.

Botta e risposta. La Lazio sembrava in soggezione, spesso in ritardo sul pallone. Costruzione lenta e scontata, cross inutili dalla trequarti, un paio di tentativi dalla distanza di Basta, niente profondità sulle fasce. Ci metteva qualità solo Felipe Anderson, l’unico dotato di dribbling e cambio di passo. Pioli almeno si giovava dell’abilità nel palleggio di Radu, costretto a tornare sulla fascia dopo l’infortunio di Braafheid, sostituito da Cana. Il Parma era più pericoloso. Colpo di testa fuori misura di Rispoli e traversa colpita da Costa sulla solita sbandata difensiva della Lazio, vulnerabile sui calci piazzati. A un sospiro dall’intervallo è arrivato il gol di Palladino, abilissimo ad anticipare De Vrij e incornare sul cross di Santacroce. Questa volta, però, la squadra di Pioli ha dimostrato carattere e ha reagito subito. Da una percussione di Basta e dal tiro respinto da Iacobucci, la Lazio ha guadagnato il suo primo angolo: mancavano quindici secondi allo scadere dei due minuti di recupero. Mischia senza esito. Cana è stato bravissimo a recuperare il pallone e poi a rimetterlo in mezzo. Uscita avventata di Iacobucci, colpo di testa di Biglia a scavalcare tutti, l’ultimo tocco di Mauri, in posizione regolare. Gol del pareggio al minuto 47 e 13 secondi. Proteste veementi del Parma, anche se il regolamento nel recupero consente il tempo effettivo.

Ripresa. Meglio, molto meglio la Lazio dopo l’intervallo. Biglia è salito in cattedra e ha cominciato a controllare il gioco. Lulic e soprattutto Felipe Anderson riuscivano a ripartire con più efficacia e pericolosità. I ritmi del Parma erano calati e l’occasione divorata da Josè Mauri (tocco a lato con Marchetti in uscita) all’11′ ha segnato la svolta in negativo. Due minuti dopo è arrivato il raddoppio biancoceleste. Un capolavoro di Djordjevic con la complicità di Gobbi. Il serbo è scattato per andare in pressing, ha rubato il pallone al difensore del Parma e trasformato quel recupero nell’azione decisiva della partita: destro morbido a servire Felipe Anderson, che arrivava in corsa e di sinistro ha fulminato Iacobucci. Primo gol in campionato per il talento brasiliano, poi sostituito da Pioli con Keita per evitare un altro cartellino giallo e i rischi di una possibile espulsione. Mossa saggia, prima dell’ingresso di Klose, per arrivare in fondo con tranquillità. Solo un’altra scellerata deci sione di Guida avrebbe potuto rimettere in discussione il risultato. (Corriere dello Sport)

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