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Lazio, epurazione in vista anche per Manzini?

DA LULTIMARIBATTUTA.IT Sembra proprio che lo storico team manager della Lazio, dopo 43 anni di servizio, stia per essere cacciato dalla dirigenza della Società Sportiva Lazio. Dopo le purghe staliniane, ora è il tempo di quelle...

redazionecittaceleste

DA LULTIMARIBATTUTA.IT

Sembra proprio che lo storico team manager della Lazio, dopo 43 anni di servizio, stia per essere cacciato dalla dirigenza della Società Sportiva Lazio. Dopo le purghe staliniane, ora è il tempo di quelle lotitiane. Con ogni probabilità, prenderà il posto di Manzini, tale Stefan Derkum, che sul sito ufficiale della S.S. Lazio appare già come suo collaboratore di reparto. Mentre sulla lazialità di Manzini, che lasciò senza pensarci un incarico da dirigente dell’American Express pur di lavorare a tempo pieno per la sua adorata Lazio, non abbiamo dubbi su tale Derkum non sappiamo assolutamente nulla.

Da vero dipendente fedele e rispettoso verso la propria azienda, una volta contattato da noi, Manzini aveva chiarito subito che per concederci l’intervista doveva avere il permesso da parte del responsabile della comunicazione, Stefano De Martino. Il permesso ci è stato negato dando come motivazione il famoso “non se po’ ffà perché non se po’ ffà”.

Periodo duro alla Lazio per chi porta la prima squadra della Capitale e la sua storia nel cuore. Un periodo che a occhio e croce dura da dieci anni. L’ormai probabile cacciata di Manzini, infatti, sarebbe solo l’ultima di una lunga serie di personaggi che hanno contribuito a rendere grande la Lazio in Italia e in Europa. Non solo; molte di queste figure storiche, infatti, si sono avvicinate alla Lazio nei periodi più bui, contribuendo in maniera decisiva alla sua rinascita, testimonianza di un amore sincero ed incondizionato.

È il caso di Volfango Patarca, vero e proprio talent scout di giocatori del calibro di Paolo Di Canio, Alessandro Nesta e Marco Di Vaio. È il caso di quei dipendenti che da anni, anzi, da decenni prestavano il loro servizio a Formello guadagnandosi la fiducia e l’affetto di giocatori e dirigenti e ai quali, con l’arrivo di Claudio Lotito, è stato dato il ben servito.

Nel raccontare l’intervista negata da parte dei “personaggetti che si occupano della Biancoceleste” siamo stati quasi profetici: “quando uno non è capace di fare il proprio mestiere, può capitare di tutto, purtroppo…”. Come cacciare un monumento della Lazio e un uomo rispettato da tutto il calcio italiano.

Cittaceleste.it