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LAZIO, EUROPA LEAGUE – L’arbitro dello “scippo” scappa dallo Stadio! E in albergo…

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Evitato qualsiasi contatto con la Lazio. E in albergo...

redazionecittaceleste

ROMA - Sono quasi le due di notte, hotel Spa-Tsunami di Dnipropetrovsk: solo dal nome ci sarebbe da stare in allerta, al terzo piano si sente rumore. Ridono e scherzano. Hanno appena finito di cenare. Dal ristorante sbuca la testa pelata di mister Arnold Hunter, l’arbitro nord-irlandese che ha firmato il pareggio del Dnipro a tempo scaduto (undici secondi dopo la scadenza dei tre minuti di recupero) in Europa League. Sono passate soltanto due ore dal misfatto. La squadra arbitrale è al gran completo: addizionali, guardalinee, anche il quarto uomo Stephen Bell, lo stesso a cui Pioli un attimo prima che venisse battuto il calcio d’angolo si era rivolto implorando la fine legittima della partita. «Quanto manca ancora?» la domanda del tecnico emiliano. «Sì, sta finendo» le sue ultime parole famose prima del gol di testa di Seleznyov. Eccoli, tutti insieme, nel corridoio, lo stesso nostro corridoio, prima di rientrare in stanza. Bisogna provarci, anche se si sa, le interviste sono vietate dal regolamento, gli arbitri non parlano o almeno non ufficialmente, perché a microfoni spenti può succedere, eccome se capita ogni tanto. «Referee... Mister Hunter?». Si ferma, saluta. Ha capito di essere stato riconosciuto come arbitro. Sorride, risponde con cordialità. Meglio presentarsi, per educazione e per dovere professionale. Giornalista italiano. Finisce la curiosità in un secondo, ma - scrive il Corriere dello Sport - non lo stupore. Arnold cambia espressione, quasi si trovasse in difficoltà e indifeso. Proviamo a chiedere della partita tra Dnipro e Lazio. Niente da fare. Arnold fa cenno di no con la mano e riprende a camminare a passo veloce verso la sua camera, seguito dai suoi collaboratori. 

NIENTE CONTATTI. Normale arrendersi, ma il retroscena si arricchisce nel contesto post-partita, un passo indietro, anzi un’ora indietro. «Un errore clamoroso» dice il ds Tare. Passeggia in modo nervoso nella zona-mista, fa fatica a trattenere la rabbia per una vittoria (che avrebbe già ipotecato il girone) sfumata in modo pazzesco, quasi incredibile, unendo il recupero del recupero concesso da Hunther alla distrazione della difesa. L’Uefa troppe volte, anche nel recente passato, ha penalizzato la Lazio. E allora il diesse albanese si ferma davanti agli spogliatoi, vorrebbe vedere transitare l’arbitro e magari parlarci, come può capitare spesso in certe occasioni. Hunther, invece, riesce a evitare qualsiasi contatto con i dirigenti della Lazio. Sbuca dallo spogliatoio e fila via ad altissima velocità un’ora dopo la partita, quasi scappando dallo stadio. Ha permesso al Dnipro di concludere l’azione oltre il tempo regolamentare, la palla dopo il calcio d’angolo era già uscita dall’area di rigore e il gioco è continuato. Si deve essere reso conto, a posteriori, di aver sbagliato. E non potendo ammettere, o chiedere scusa, è fuggito via a passo rapido. E’ successo allo stadio come in albergo. Meglio metterci una pietra sopra e dimenticare...GESTIONE - Cancellare la delusione e non aggrapparsi all’alibi dell’arbitro è stato anche il messaggio recapitato da Pioli alla squadra. C’è un difetto da correggere. Maturità, fragilità caratteriale, mancanza di palleggio. Ci sono momenti in cui la Lazio non riesce più a gestire la partita. Gli episodi determinano il risultato, la crescita e la prestazione (ottima dal punto di vista fisico e tecnico) non devono indurre a trascurare il vizio. Con il Dnipro la squadra biancoceleste non è riuscita a congelare il gioco negli ultimi minuti. A Leverkusen il primo gol dei tedeschi, a un soffio dall’intervallo, cambiò l’inerzia della partita. Sono tanti i precedenti, volendo si può ricordare anche l’ultima trasferta a Napoli, datata 31 maggio, finita in modo diverso. Doppio vantaggio, la rimonta dei partenopei, il rigore del sorpasso fallito da Higuain, lo scatto con i gol di Onazi e Klose, il terzo posto all’ultima giornata e la festa notturna rientrando a Formello. Quella volta andò benissimo.