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LOTITO IN SILENZIO / Su Pioli ha già deciso: ancora 3 partite

Salomone
Ieri era al Consiglio Federale, nessuna dichiarazione sui torti arbitrali. E sul tecnico non ha cambiato linea

redazionecittaceleste

ROMA - E’ rimasto in silenzio e difende Pioli. Non ha cambiato linea e modo di pensare. Ha contenuto la rabbia verso gli arbitri solo a parole. Anche chi lo ha visto ieri in via Allegri, dove ha partecipato al Consiglio Federale, lo ha descritto taciturno e non accompagnato dalla solita vis dialettica. Non era il solito Lotito, dicevano. Taciturno perché questa volta alle parole ha preferito i fatti e nelle prossime ore farà recapitare un dossier sui torti arbitrali consumati ai danni della Lazio sul tavolo di Nicchi. La protesta della Lazio diventerà formale. Lotito si è stancato, neppure la Salernitana va bene e si sente penalizzata, gli arbitri tartassano le sue due società e nel Palazzo del calcio non tira una bella aria. Le opposizioni governative, la difficoltà a mantenere un fronte compatto in Lega Pro, le inchieste su Infront. Non è un periodo di successi e di gloria, Lotito continua a lavorare e non parla. Linea di condotta assunta dal caso Iodice in poi. L’azionista di riferimento della Lazio non ha più concesso interviste, non rilascia dichiarazioni, ogni tanto si affida ai suoi comunicati. E’ passato da un eccesso all’altro, perché un presidente dovrebbe parlare tre o quattro volte nella stagione per dare dei segnali alla piazza, per comunicare ai suoi tifosi e far capire quali sono gli obiettivi e in che direzione si sta andando. Per esempio con l’allenatore, messo in discussione almeno dai risultati, cinque sconfitte e un pareggio nelle ultime sette giornate di campionato. Oppure per far sentire la propria voce in merito alle sviste arbitrali che si ripetono con estrema frequenza ai danni della Lazio. Alle polemiche, Lotito preferisce le azioni. Il tecnico e Tare hanno visto segnali di ripresa con Dnipro (in Europa League) e anche ad Empoli, dove la Lazio non meritava di perdere. Con un arbitraggio equo, avrebbe vinto. Dal punto di vista dello spirito e dell’impegno, la risposta dei giocatori c’è stata. Lotito ha messo la squadra sotto pressione. Pioli ha ancora in pugno lo spogliatoio, ieri lo ha certificato anche Cataldi. E allo stato attuale non ci sono ipotesi di ribaltoni in panchina. Tutti a Formello sono convinti di uscirne con pazienza, lavoro e tranquillità in attesa di trovare rinforzi veri a gennaio per la difesa. L’esonero sarebbe l’ultima possibile svolta, a cui oggi non intendono pensare. Oggi potrebbero essere tutti e nessuno al posto di Pioli: il futuro è ancora totalmente dalla sua parte. Certo servono i risultati e la società si è posta Natale come limite per riflettere. Il calendario non aiuta: venerdì la Juve, poi la Samp ancora all’Olimpico, infine l’Inter a San Siro. Ci vogliono tre prestazioni da Lazio.

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