ROMA – Uomo-derby, uomo-chiave, Lulic. Sfreccia ancora nell’ombra d’un dio dopo aver castigato la Roma quel “benedetto” 26 maggio. Quella rete rimarrà in eterno, è un gol per sempre, è un gol indelebile, è un gol solenne come un giuramento: “Fagliene un altro al settantunesimo”, gli urlavano sabato i tifosi a Fiumicino. Mentre Inzaghi prometteva di spalancare i cancelli alla loro carica con in mano i fratini zuppi di sudore. Senad correrà ancora verso il loro entusiasmo. E’ sempre Magno Lulic, ha fatto Roma quel giorno. E’ un figlio della Lazio, ormai, sino al 2020.
ANTI-SALAH – Ha scelto di restare qui, Senad, dopo un tragico incidente in palestra. Ed è tornato a contare con le sue mani: «Perché c’è ricrescita, ma non rivincita di quel 26 maggio»… Ricomposto, con stile, dito medio puntato verso quegli stolti romanisti che sghignazzavano sulla sua disavventura. E ora Lulic spera di ripulirli sul campo. Perché questo derby si rigiocherà sulle fasce e il bosniaco dovrà essere d’oro più che mai. Sarà lui il jolly fra il 4-3-3 o il 3-5-2, sarà lui soprattutto a dover marcare il più pericoloso giallorosso. Non sarà Salah quel che Salah. Dal 26 maggio alle Piramidi, gli occhi della Roma dovranno tornare umidi: CONTINUA A LEGGERE
Cittaceleste.it
- Login o Registrazione