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Non c’è Var Condicio, ma la Lazio come la Roma ringrazia

I precedenti con l'arbitro Maresca

Per utilizzare la tecnologia ci dovrebbe essere un chiaro errore dell'arbitro: in Roma-Milan è così sulla spinta clamorosa di Kolarov a Suso. Fabri invece dopo aver deciso, va a rivedere il rigore fischiato per un fallo dubbio di Bastos.

redazionecittaceleste

ROMA - Non c'è Var Condicio, ma comunque mezzo gaudio. Perché la decisione di Fabri premia giustamente la Lazio a Frosinone su un rigore che non c'è quasi sicuramente. Il problema è che era andata diversamente la sera prima alla Roma:

Roma-Milan e Lazio-Frosinone s'incrociano al Var. Perché, oltre a decidere le sorti Champions, sono due partite perfette per analizzare la diversità fra un arbitro e l'altro nell'applicazione del protocollo. Incredibile l'errore di Maresca, che non vede la spinta eclatante di Kolarov su Suso. E' giusto però che il Var Calvarese non intervenga, perché il protocollo ammette l'intromissione solo in caso di chiara svista dell'arbitro: invece Maresca ha sbagliato, ma ha visto. Paradossalmente, anche se porta al giusto risultato, è errato l'atteggiamento di Fabbri che vede una trattenuta di Bastos che non c'è e fischia il penalty, ma poi viene aiutato dalla tecnologia e soprattutto da Mazzoleni. Rigore rientrato così. Niente secondo giallo invece a Parolo (ma il primo era eccessivo), così come Maresca fa finta di non vedere la trattenuta di Pellegrini. Il problema dunque principale rimane in una riga del protocollo, che permette la discrezionalità degli arbitri: bisogna assolutamente togliere o semplificare e rendere limpido il concetto di "chiaro errore dell'arbitro".

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