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OGGI SI GIOCA – Felipe vuole fare impazzire i tifosi Laziali: cerca record e gol da collezione!

Felipe
Servirà tutta la carica di Felipe Anderson al Bentegodi. Il brasiliano è tornato per far volare la Lazio

redazionecittaceleste

ROMA - Premesse e promesse non bastano più. Ci vuole una Lazio vera, d’assalto, impermeabile, per mettersi in moto in trasferta. Continuità, è la parola d’ordine che può diventare magica. Solidità, tattica e mentale, l’ha chiesta Pioli, senza deroghe. Ripartirà dal 4-2-3-1 anti-Genoa, lo imposterà per affrontare il Verona, non è solo scaramanzia. E’ una ricetta semplice, la più funzionale. Pioli ritroverà un regista vero, un perno fondamentale per il suo calcio: Lucas Biglia. E’ il giorno del ritorno del Principito, prenderà il comando. Non ha un sostituto di ruolo, il nodo è venuto al pettine appena è finito al tappeto. L’assenza di idee e palleggio è stata cronica. Pioli pensa di cambiare due pedine tra difesa e centrocampo, confermerà l’attacco utilizzato mercoledì scorso. Hoedt è in pole su Mauricio per affiancare Gentiletti, i terzini saranno Basta e Lulic (riproposto nel ruolo, è rinato così). Cataldi è in vantaggio su Parolo, l’azzurro ha giocato sempre, potrebbe rifiatare. Per Pioli è un punto di riferimento costante, anche lui ha bisogno di riposo. Felipe Anderson - scrive il Corriere dello Sport - ha scacciato via l’incubo della panchina, giocherà la seconda gara da titolare in questo campionato. Ha segnato dopo 12 partite vissute all’asciutto, quando si sblocca di solito non si ferma più. Ha segnato al Verona l’anno scorso all’Olimpico, fu il suo primo gol di testa in carriera. Milinkovic ha meritato la conferma e da trequartista (per caratteristiche) in trasferta può trovarsi meglio. Kishna si piazzerà a sinistra, deve essere meno fumoso, può assecondare la sua vena artistica, ma deve crescere in malizia e concretezza. Djordjevic farà gli straordinari. Keita si terrà pronto in panchina, c’è una spiegazione: non ci sono altri centravanti, il serbo ha giocato 78 minuti contro il Genoa, ha stupito tutti per quanto ha retto. Djordjevic non può essere spremuto, farà staffetta con lo spagnolo. Pioli ha bisogno di un cambio là davanti. Le idee sembrano chiarissime, s’attendono conferme. E’ una settimana lunga, chiuderà il primo tour de force. Oggi il Verona, giovedì il St.Etienne all’Olimpico, poi il Frosinone (sempre in casa). Pioli spera di recuperare altri uomini, Candreva e Matri in primis. Sono ai box per motivi diversi. Klose proverà ad accelerare. Il tempo delle rivoluzioni è finito, ad una Lazio incerta servono punti fermi. I trapianti di modulo non hanno generato effetti positivi, hanno creato caos.

La forza. Il momento delle risposte e delle verità continua. Una caduta a Verona renderebbe tutto vano. Non sarà facile al “Bentegodi” nonostante le assenze di Toni e Pazzini. I precedenti registrati in casa del Verona sono venti, così divisi: nove vittorie dei veneti, nove i pareggi, due le vittorie della Lazio. Lo zoom statistico va tenuto a mente: i biancocelesti hanno vinto solo una delle ultime 15 trasferte contro l’Hellas (7 pareggi, 7 sconfitte). Serviranno gol, fuori casa non sono arrivati contro Chievo e Napoli. In casa del Verona la Lazio non è mai riuscita a segnare più di due reti, è rimasta a secco in otto dei famosi venti precedenti presi in esame. Il Verona non avrà vinto quest’anno, ma in casa ha dato filo da torcere a Roma e Torino (doppio pareggio). Il rendimento della Lazio finora è stato amletico, la maturità oscillante. Ecco perché s’invoca continuità da più parti. Non sono ammesse figuracce, questo s’è capito. In trasferta hanno stupito i ricorrenti cali di tensione, gli attestati di scarsa personalità sono stati legittimi.

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