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Parolo-Cassano: quante risate!

ROMA - Un trio comico nello spogliatoio del Parma: Gobbi, Alessandro Lucarelli e Marco Parolo. Cassano subentrava, s’associava alla compagnia: «Teatro puro…», raccontava Parolo qualche tempo fa. Cassano fu accolto dal...

redazionecittaceleste

ROMA - Un trio comico nello spogliatoio del Parma: Gobbi, Alessandro Lucarelli e Marco Parolo. Cassano subentrava, s’associava alla compagnia: «Teatro puro…», raccontava Parolo qualche tempo fa. Cassano fu accolto dal gruppo, quante risate. Donadoni guardava lo “spettacolo”, lasciava correre, quella sana allegria era uno dei segreti del Parma dell’anno scorso. Si divertivano in campo e fuori i gialloblù, facevano sogni d’oro a occhi aperti. Marco Parolo, da Parma, spiccò il volo verso i Mondiali. Marco Parolo, a Parma, ha fissato il record di marcature (8 in serie A).

I gusti. E’ esploso a Cesena, andava matto per le tagliatelle al ragù. A Parma s’è consacrato concedendosi la torta fritta col prosciutto. Parma, quanti ricordi per lui. Da ragazzino, negli anni ‘90, Marco Parolo ammirava i gialloblù, quella maglia l’ha indossata felicemente. Sulla sua strada ha incontrato Roberto Donadoni, è stato un maestro: «Con la sua pacatezza e la grande esperienza che ha alle spalle ci ha fatto capire che cosa significa possedere la mentalità vincente, scendere in campo senza sentirci inferiori a nessuno, convinti di potercela giocare davvero con tutti», raccontò Parolo in una intervista del passato. E’ rimasto legato al Parma, quando sposò la Lazio scrisse una lettera di ringraziamento e di addio. Parolo è un ragazzo d’oro, ma in campo non fa sconti, non perdona le sue ex squadre. A Roma per settimane è stato l’insostituibile, prima di Empoli non s’era mai assentato e non era mai stato sostituito in campionato.

L’inizio. Il Parma, in sole due stagioni (72 presenze e 11 gol in A), è entrato nel cuore di Parolo. La tappa è stata fondamentale per fare il salto, per conquistare i Mondiali, per sognare una squadra di livello maggiore. La storia di Marco Parolo è una storia speciale. Non dimenticherà mai la sua prima partita, era un pulcino. Uscì dal campo piangendo, l’allenatore gli gridava “vai di qua, vai di là”. Marco entrò in confusione, pianse accanto all’arbitro, lo consolò. Quel tecnico si chiama Giulio Del Pini e Parolo lo incontra ogni volta che torna nella sua città, a Gallarate. Quella storia è stata raccontata a tanti ragazzini, è diventata una parabola di vita: «Con lacrime e sudore si può arrivare in alto, proprio come ha fatto il mio Parolo», ripete mister Del Pini.

Nel futuro. Marco Parolo tornerà a Parma e non potrà ricevere fischi. Ha una faccia pulita, è andato via anche per aiutare la società, i soldi incassati da Ghirardi sono stati utili per andare avanti. Marco Parolo parla col cuore in mano, ha sogni “banali”, semplici e per questo bellissimi. Vuole essere un buon padre, vuole regalare parte della fortuna che ha ricevuto in questi anni. Con la moglie Caterina un giorno andrà in Africa in missione. Quando smetterà di giocare allenerà i bambini: «Sono come me, hanno bisogno di sorridere», ripete spesso. Il sorriso di Parolo è un sorriso pieno e sincero, è nato dalle lacrime, dal sacrificio, dal sudore. La sua maglia non è mai asciutta, la vive sulla pelle. (Corriere dello Sport)

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