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Tutto vero: Mauro Zarate c’è il Torino!

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Paghi uno, prendi due: cecchino spietato e assist-man prezioso, quando ne ha voglia. Il Toro è sulle tracce di Mauro Zarate, il bizzoso talento sudamericano che all’età di 21 anni confezionò nella Lazio – al suo...

redazionecittaceleste

Paghi uno, prendi due: cecchino spietato e assist-man prezioso, quando ne ha voglia. Il Toro è sulle tracce di Mauro Zarate, il bizzoso talento sudamericano che all’età di 21 anni confezionò nella Lazio – al suo primo anno in serie A- 16 gol e 8 passaggi decisivi. Sembrava fosse nata una nuova stella, invece alla lunga si rivelò una meteora. Oggi Zarate ha 27 anni, cioè la stessa età di Cerci: a gennaio potrebbe tornare in Italia grazie al Torino. «E’ un’idea che a Mauro interessa molto – svela il fratello-procuratore del calciatore, Rolando -, però non ci ha ancora chiamato nessuno in via ufficiale». Vero: i granata stanno vagliando diversi profili nel tentativo di regalare all’allenatore un giocatore in grado di sbloccare l’attacco incagliato (il penultimo della categoria). E quello di Zarate è uno dei più intriganti, se si prendono in considerazione le sue caratteristiche tecniche: piedi fini, tiro esplosivo, imprevedibilità. Insomma ciò che manca al Toro finora andato a rete con il solo Quagliarella. Gianluca Petrachi, l’uomo mercato di Urbano Cairo, da oltre un anno ha posato le attenzioni sull’argentino naturalizzato cileno (il padre è originario di Calama) e in possesso pure della cittadinanza italiana. Un’operazione che non si è mai concretizzata a causa degli alti costi che gravavano sul ragazzo, pagato a suo tempo da Claudio Lotito 17 milioni. Il direttore sportivo ci ha provato anche l’estate scorsa, salvo poi tirarsi indietro dopo la richiesta d’ingaggio di 2 milioni: ne offriva uno, già il massimo per le casse granata. Ma a distanza di pochi mesi lo scenario è ancora mutato. Zarate, dopo essere tornato al Velez è sbarcato in Inghilterra al West Ham firmando un contratto triennale, ma ha perso in fretta il posto ed è in stato di agitazione. Si aspettava di più dalla seconda esperienza in Europa, dopo essersi ricostruito in Argentina e aver vinto per la seconda volta lo scettro di capocannoniere del torneo Final (13 gol). Sogna l’Italia e il Toro sta cercando uno con le sue peculiarità. Più che il costo (il giocatore è arrivato in Premier da svincolato), i granata stanno valutando l’impatto che può avere un profilo così particolare in un gruppo di «bravi ragazzi». Ciò che manca a Zarate è anche il concetto di sacrificio, la continuità di prestazione negli allenamenti. Ma per questo c’è sempre Ventura: uno che ha raddrizzato una testa calda come Alessio Cerci, ripescato dal serbatoio dei calciatori inesplosi e lucidato in poco tempo per i palcoscenici più prestigiosi, Nazionale e Champions League. E ora, perso l’allievo più talentuoso, può rispolverare il vecchio lavoro per un altro che, in quanto a classe e imprevedibilità, non avrebbe nulla da invidiare all’ala finita ai campioni di Spagna dell’Atletico di Madrid. (La Stampa)