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ESCLUSIVA – L’amico Fabio ci racconta Lazzari: “Ancora non crede di giocare nella Lazio e di allenarsi con dei campioni”

Alla scoperta di Manuel Lazzari, il motorino biancoceleste, che sta conquistando davvero tutti...

redazionecittaceleste

Di RAMONA MARCONI

ROMA - Aveva bisogno solo di tempo, quello necessario per ambientarsi in una grande squadra, in una grande piazza. Solo tempo, quello che Simone gli ha dato perchè sapeva che più prima che poi avrebbe accesso quel motorino. Inzaghi lo ha arretrato, gli ha dato carta bianca. E dopo un inizio non esaltante dove faceva fatica anche a farsi servire dai suoi compagni, oggi, Manuel Lazzari è diventato una colonna portante per la Lazio. Lazzari l’insostituibile”. È il quinto giocatore in rosa per minuti giocati (1865), ci ricorda il Corriere dello Sport,  e contro la Sampdoria ha dato un assaggio della sua incredibile velocità toccando i 33,37 km. Numeri impressionanti. E' per questo che abbiamo deciso di tributargli i giusti meriti raccontandovi - in esclusiva - grazie alle parole di Fabio, amico e compaesano di Lazzari, l'uomo Manuel e non il calciatore. "Chi è Manuel? Un ragazzo semplicissimo, molto timido, un ragazzo di sani valori. Quando ha tempo torna sempre qui, in un piccolo paese di nome Trissino, in provincia di Vicenza. Io e la mia ragazza abbiamo un centro estetico dove Manuel viene a farsi le lampade". Un ragazzo umile, di umili origini che ha dovuto faticare tanto prima di farcela. La sua esile corporatura e la sua statura non lo hanno aiutato in questa sua ascesa ma hanno rappresentato sempre un deterrente: "A suo tempo, a Vicenza, fu scartato per via del suo fisico. E' stato rifiutato per via della sua altezza . A 16 anni, nel 2009, ha avuto fiducia dal Montecchio Maggiore, una società importante, la più importante qui, dopo il Vicenza".  Un passato difficile, ma oggi il suo sogno è stato coronato. Dopo la Spal, il suo approdo a Roma, sponda Lazio. Manuel ne è ancora lusingato e tanto riconoscente, come ci spiega Fabio: "E' felicissimo, è orgoglioso. Tre anni fa si allenava con giocatori di serie D, in 4 anni si allena con campioni. Ancora non riesce a capacitarsi. Gioca con una squadra terza in classifica che potrebbe competere per lo scudetto. Mi dice sempre che finalmente sta raccogliendo i frutti dei suoi sacrifici e delle porte chiuse in faccia. Oggi ce l'ha fatta. E se lo merita, perchè è un ragazzo umile e volenteroso, un grande professionista. Ancora oggi, quando viene nel nostro centro estetico ci dice: 'Non posso credere di giocare nella Lazio'.