gazzanet

Lazio, Lotito: “Scudetto? Io penso alle cose concrete, non ai sogni”

Lazio: iniziativa Claudio Lotito

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha parlato del fantastico momento del club in un'intervista ai microfoni de Il Messaggero

redazionecittaceleste

Notizie Lazio

—  

ROMA - Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha parlato del fantastico momento del club in un'intervista ai microfoni de Il Messaggero. Queste le sue parole in merito al percorso dei biancocelesti fin qui: "Lazio come una Ferrari? Io ci metterei insieme la frase in cui ricordavo, eravamo in crisi, che era finita la stagione dei diritti e cominciava quella dei doveri. La svolta nel gruppo arriva proprio quando tutti hanno cominciato a capire questo: niente rendite di posizione. Devo dare atto ai miei giocatori di aver rispettato chi li rispettava e si stanno comportando da grandi professionisti e da gente di famiglia".

Alcuni retroscena: "La più grande soddisfazione della partita di domenica non sono i messaggi e le telefonate, ma la mia entrata negli spogliatoi dopo il 90’: entro e vedo 5 o 6 giocatori arrivare verso di me, piani di adrenalina. Urlavano: visto, presidente, abbiamo fatto quello che hai detto; hai visto presidente, hai visto! Urlavano come matti. E stanno facendo quello che ci siamo detti".

Sulle telefonate dopo la vittoria contro i nerazzurri: "Tantissime, da laziali, ma molti non laziali. La verità è che ci chiedono di rompere il monopolio della Juve. Tifano noi tutti quelli che non tifano le altre due".

Su Milinkovic: "Mi fa molto piacere sentirlo parlare di famiglia laziale. Noi abbiamo trattato bene lui: abbiamo rivisto il suo contratto più volte, lo abbiamo fatto sentire importante per noi. Stiamo crescendo tutti insieme".

Su Inzaghi: "Alla Lazio si sa che comando io, ma il merito più grande è stato sempre quello di saper scegliere le poche persone di cui fidarmi. Simone ha capito tante cose ed è molto migliorato in questi anni insieme: ha capito che per andare così avanti, serviva coinvolgere di più ogni pezzo della nostra rosa. L’ha fatto, in particolare in questa stagione, e i risultati si vedono. Tutti si sentono importanti e… indispensabili. Sanno che il tecnico li vedrà. Il turnover era una cosa imprescindibile, ha accettato il rischio e ha cambiato alcune sue convinzioni. Ed è diventato grande. I suoi giocatori gli stanno dando tutto, è evidente".

Sulla Lazio come famiglia: "È vero, confermo. E le racconto una cosa: molti di loro si frequentano tanto fuori dal campo e si divertono insieme. Mi chiamano per raccontarmi gli scherzi che si fanno. In pratica sono un loro confidente, oltre che pater familias. Quello che mi sorprende di questo gruppo è che non vige il “mors tua, vita mea”, sembrano in competizione solo con gli avversari non con il compagno che gioca. E questo deriva dalle scelte e dalla gestione nuova di Inzaghi".

Sul centro sportivo: "Un giorno vi faremo vedere come abbiamo rivoluzionato il nostro quartier generale: ho preso tanti dei suggerimenti che mi arrivavano proprio dai giocatori. E loro si sentono tutelati: ecco la parola chiave. Alla Lazio si sentono tutelati da me e dalla nostra struttura. Sanno cosa si devono aspettare. Sanno che per me non sono oggetti agonistici: che se non stanno bene, non giocano. Che abbiamo voglia di curarli dal punto di vista fisico, psicologico, familiare".

Niente festeggiamenti domenica: "In campo si divertono loro, sugli spalti i tifosi, io lavoro. Eppoi, ricordatevelo sempre: Lotito è un animale a sangue freddo. Scudetto? Quello mi chiedevano al telefono da Milano, dal Sud… Io penso alle cose concrete, non ai sogni".