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“La Lazio nelle Scuole”: Proto, Caicedo e Parolo al ‘Città dei Bambini’

Una delegazione della Lazio è arrivata questa mattina all'Istituto Comprensivo Città dei Bambini

redazionecittaceleste

ROMA - Tra le varie iniziative che la Lazio compie a favore della solidarietà, del sociale e dell'istruzione vi è "La Lazio nelle Scuole". Già ormai da diverso tempo il club capitolino si presenta in alcuni istituti scolastici della capitale con il presidente Claudio Lotito e alcuni giocatori a turno. Oggi, il club capitolino ha raggiunto l'Istituto Comprensivo Città dei Bambini, in via San Giorgio 25, zona Mentana. Questo il comunicato della Lazio: "Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport. L’iniziativa consiste in un vero e proprio tour biancoceleste all’interno delle scuole elementari e medie inferiori di Roma e provincia e vedrà il coinvolgimento dei rappresentanti della squadra e di Olympia, simbolo della società biancoceleste"

"Tale iniziativa è tesa alla promozione della formazione della cultura sportiva, i cui valori sono sanciti nella Carta Olimpica, diffondendo ed incrementando i principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi gli adulti del domani, a comportamenti rispettosi dell’avversario e delle istituzioni".

10.20: Proto, Caicedo e Parolo arrivano all'Istituto Comprensivo 'Città dei Bambini' di Mentana assieme al falconiere Juan Bernabé e all'aquila Olympia.

Queste le parole di Caicedo: "Quando ero piccolo pensavo di poter arrivare in questo tipo di calcio, è sempre stato il mio sogno. Per fortuna sono riuscito ad arrivare in un campionato importante come la Serie A. Provo tante emozioni quando la Curva canta, loro ci incitano a giocare bene.

"È importante sentire il sostegno dei tifosi, rappresentano un grande stimolo. Ci piace venire nelle scuole, è importante parlare di sport con i più piccoli e tramandare quanto abbiamo imparato sul campo. Insegnare il rispetto è importante, senza di questo è difficile. Da bambino ero un appassionato di calcio e ringrazio Dio per avermi regalato la possibilità di diventare calciatore. Prima di una partita bisogna fare bene colazione, lo dice anche il mister.

"Poi mangiamo la pasta ed il pollo. Non c'è molta differenza tra il calcio spagnolo e quello italiano, sono due competizioni di alto livello e tra i più importanti al mondo”.

Mentre, queste quelle di Marco Parolo: "È difficile dire quale sia stato il momento più bello da calciatore, quando si vincono dei trofei si festeggia con la squadra e sono i momenti più belli. Per noi è bello essere vicini ai più piccoli per dare qualche consiglio sullo sport, è un piacere. Per essere un atleta bisogna curare bene il corpo, fisicamente e mentalmente: è necessario seguire quanto ti insegnano nella vita e dare sempre il massimo. Capita di arrabbiarsi e di confrontarsi con dei compagni, ma sempre in modo positivo cercando di dare consigli costruttivi: l'importante è abbracciarsi alla fine della partita, fa parte del gioco. 

"È bello sentire la vicinanza dei nostri tifosi. Il razzismo è un tema delicato, sospendendo una partita a volte si da peso ad un gesto di poche persone ed a questo viene data importanza. Questi fenomeni, comunque, non dovrebbero manifestarsi. Vivere in una grande città è bello perché ci sono molte più persone allo stadio. La vita del calciatore è la stessa in qualsiasi città, la differenza è nell'ambiente che si respira allo stadio. 

"Il mio stadio preferito è San Siro, perché sono cresciuto vicino Milanello. All'Olimpico però ho esordito in Serie A, sono due stadi che porto con me. Per diventare calciatori bisogna sacrificarsi molto e divertirsi tanto da piccoli: crescendo si fa strada. Giocare deve essere un divertimento, non un'ossessione".

Queste, infine, quelle di Proto: "Non possiamo mangiare tante cose buone per la nostra professione: il calcio però è una scuola di vita, quindi è importante. Al termine della carriera vorrei diventare un allenatore, mi piace giocare con i miei figli e vorrei insegnare au più piccoli. Mi piacerebbe giocare anche a golf al termine della mia carriera, è uno sport che mi piace molto. Ci fa piacere sentire il nostro nome quando facciamo una giocata importante.

Quando si gioca senza tifosi è difficile. Ho giocato in Grecia e lì i sostenitori sono più aggressivi: una volta giocai contro il PAOK ed il nostro allenatore ricevette un colpo in volto e vincemmo la partita a tavolino. Quando si entra in uno stadio bisogna portare rispetto per tutti perché il calcio è un divertimento. Noi portieri ci alleniamo di più, ma corriamo di meno nel giorno partita e dobbiamo comunque farci trovare pronti nel momento della necessità. Mi sento belga perché sono cresciuto lì, mio padre è italiano. In Italia mi trovo bene, ho tanti amici. Il calcio deve restare un gioco e portare felicità, abbiamo l'opportunità di fare del nostro hobby un lavoro.

La prima maglia che ho avuto era di Walter Zenga, ma poi il mio idolo è stato Buffon. L'ho incontrato in Champions League con l'Olympiakos e sono rimasto intimorito dal parlare con lui: è molto gentile e umile. Lui ha vinto tutto ed è rimasto umile e gentile. Ho giocato contro Messi e mi ha fatto una grande impressione, così come gli attaccanti della Lazio”.

Durante l'intervento ha preso la parola anche il portavoce del presidente Claudio Lotito, Arturo Diaconale: "Questo per la Lazio è un anno importante perché festeggeremo i 120 anni della nostra storia. Ciò rende noi la Società più antica della Capitale, uno dei club più antichi della Nazione: questo per noi è sicuramente motivo di orgoglio".