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Ex Lazio, Poli si racconta: “Chinaglia come un padre”

Coreografia curva nord

L'ex attaccante della biancoceleste, Fabio Poli, è tornato a parlare delle imprese della sua Lazio in quegli anni difficili

redazionecittaceleste

L'ex centravanti della Lazio, Fabio Poli, che è stato uno dei grandi protagonisti negli anni più difficili in cui la prima squadra della Capitale lottava nella serie cadetta, è recentemente tornato a parlare della sua esperienza capitolina. L'ex biancoceleste, ai microfoni di TMW, ha raccontato alcuni aneddoti sul compagno di squadra Giorgio Chinaglia, su l'ex allenatore Eugenio Fascetti e sulla cessione. Avvenuta, stando alle sue parole, in seguito ad una grande pressione da parte della dirigenza. Dopo aver dato tutto alla causa capitolina, Poli è passato al Bologna ed ha vissuto un'altra grande fase della sua carriera. Tuttavia, in cuor suo è ancora grande il rammarico di non aver potuto dare qualcosa di più alla Lazio:

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Sulla Lazio

"La mia squadra del cuore è il Bologna. Che bello poter giocare al Dall'Ara. Sono stato anche due stagioni alla Lazio, ricordo quanto fu complicata la prima. Piena di infortuni e problemi societari. Per me Chinaglia è stato come un padre, mi ha accolto dal Cagliari e mi coccolato. Nonostante questo facemmo fatica. L'anno seguente, invece, ci salvammo contro il Campobasso. Arrivammo agli spareggi di Napoli senza carburante. Riuscimmo a passare perché eravamo la squadra più forte. Devo dire un grande grazie ai tifosi, il loro supporto fu straordinario".

Sulla cessione

"Fascetti è stato un grande allenatore, anche se io e lui abbiamo avuto qualche problema. Una volta litigammo veramente ma fortunatamente restai calmo senza reagire male. Per questo siamo riusciti a risolvere. Pensavo che dopo quello che avevo fatto, avrei potuto giocare un altro anno incora. Invece venni ceduto e mi pagarono tanti soldi. Mi sentivo in debito con la società, ma alla Lazio avrei fatto panchina. Fu la società che spinse per mandarmi via. Passai al Bologna che divenne la squadra del mio cuore. Giocavamo un grande calcio con Maifredi in panchina".