Tutto il mondo del calcio piange la scomparsa di Vincenzo D'Amico, ancora di più il popolo biancoceleste e i suoi ex compagni. Vincenzino si è spento all'età di 68 anni, dopo aver lottato per due anni contro un tumore che alla fine se lo è portato via. Tra i vari compagni di squadra autori della storica cavalcata scudetto nel '74 c'è anche Renzo Garlaschelli, che in un'intervista alla Gazzetta dello Sport ha voluto ricordare l'amico scomparso.
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Garlaschelli: “D’Amico un campione vero, amava la Lazio con tutto il cuore”
Qual è il primo ricordo che ha di Vincenzo?
"L'ho conosciuto dopo mesi che ne sentivo parlare. Lo descrivevano come un fenomeno. Quando lo vidi pensai fosse uno scherzo, era troppo gracilino per essere così forte. In realtà era un campione vero. Ha avuto una bella carriera, ma avrebbe potuto fare molto di più. Diciamo che non era sempre il primo ad arrivare all'allenamento. Però ci metteva grande passione. Amava la Lazio con tutto il cuore. Nel 1973-74, nell'anno del tricolore, segno un gol pesantissimo contro la Roma. Andava molto fiero di quella rete".
Che tipo era?
"Scherzava sempre, era sempre di buon umore. Ci ho parlato l'ultima volta due settimane fa e mi diceva, ridendo, che avrebbe sconfitto la malattia. Ci scherzava sopra con serenità. Aveva un grande cuore, era sempre pronto a dare una mano al prossimo, anche se di primo acchito poteva sembrare superficiale. Arrivava sempre tardi, a ogni appuntamento. Ma non lo faceva per arroganza o disinteresse, semplicemente viveva la vita con serenità. Aveva una carica di simpatia unica".
Quella squadra sembra maledetta...
"Purtroppo si. Da Maestrelli in poi, ci sono state tantissime morti improvvise e ingiuste. Da Re Cecconi e Frustalupi, fino a Wilson, passando per tutti gli altri. Sapevamo che quella di D'Amico fosse una situazione delicata, ma non sembrava dovesse avere un'evoluzione cosi rapida. Era malato da tempo, ma nell'ultimo periodo è stato tutto molto veloce. Fa male".
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