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Kozak: “Gli infortuni sono arrivati nel momento decisivo della mia carriera”

Kozak

Le parole dell’attaccante ceco, che a trentadue anni va a giocare in Ungheria dopo una carriera frenata dagli infortuni

redazionecittaceleste

di Giulia Benedetti

Trentadue anni e una carriera pesantemente limitata da un brutto infortunio. Questo il bagaglio che si porta dietro Libor Kozak, attaccante ceco con un passato in biancoceleste. Ottanta partite con la maglia della Lazio e ventidue goal, di cui dieci in un’unica Europa League, quella 2012/2013, che lo vide laurearsi capocannoniere della competizione. Oggi la punta ceca è a un nuovo passo della sua carriera, dopo il trasferimento alla Puskas Akademia, in Ungheria. Di questo, ma anche di Lazio, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Tututtomercatoweb. Di seguito un estratto delle sue parole.

 Libor Kozak

Sulla carriera

In Ungheria ritrovo l'allenatore e il ds che avevo allo Slovan Liberec: il fatto che qualcuno ti voglia ti fa un grande piacere. E poi avevo voglia di una nuova esperienza all’estero. La squadra è in una città piccola, ma vivrò a Budapest. È la squadra del villaggio del primo ministro Viktor Orban, l'ha creata lui. Puntiamo in alto: siamo in Conference League, spero di contribuire nonostante le condizioni fisiche non perfette e li ringrazio per aver creduto in me. Dopo l’infortunio il ritorno in Italia non è stato fortunato, ho penso spesso di smettere con il calcio ma alla fine sono tornato a casa. A quel punto mi sono detto: o va bene, o smetto. Fortunatamente mi sono ripreso, sono riuscito ad arrivare anche allo Sparta Praga e a vincere il titolo di capocannoniere. Speravo negli Europei, ma un nuovo infortunio mi ha bloccato”.

Sulla Lazio

Purtroppo i miei infortuni sono arrivati nel momento apicale della mia carriera. Devo accettare sia andata così, anche se le cose potevano essere diverse. Ma i miei ricordi italiani sono quasi tutti bellissimi. Non ho sempre giocato alla Lazio, ma resta ancora oggi nel mio cuore. Ho un ricordo fantastico dello spogliatoio: c’erano ragazzi duri ma bravi. Avevamo lo spirito giusto, ho imparato moltissimo, soprattutto a livello di professionalità. Ringrazio Reja perché mi ha dato fiducia senza avere paura, ma anche il presidente Lotito: ho sempre avuto la sua fiducia”.