Cittaceleste.it
I migliori video scelti dal nostro canale

news

Lazio, Cragnotti: “Bravo Lotito. Lo Scudetto in futuro chissà. E Milinkovic…”

Cragnotti
L'ex patron rilascia una lunga intervista ad Alberto Abbate de Il Messaggero. Dalla squadra attuale ai sogni del futuro: tutte ale sue parole

redazionecittaceleste

Torna a parlare Sergio Cragnotti. Lo storico presidente della Lazio, capace di vincere quasi ogni trofeo in biancoceleste nella fine del secondo millennio, ha concesso una lunga intervista ad Alberto Abbate de Il Messaggero. È un Cragnotti che si dice stupito dalle mosse di Claudio Lotito. L'attuale patron biancoceleste si prende i complimenti di uno dei suoi predecessori per aver “finalmente iniziato a pensare in grande e non solo al bilancio”. Lo dimostra del resto anche l'assenza di fischi durante la prima gara di questo campionato. Un bene, secondo Cragnotti, per un ambiente che “deve tornare unito".

A 82 anni - compiuti il 9 gennaio, quando la Lazio ne ha festeggiati 122 - e mezzo, l'ex presidente si dice ancora speranzoso di rivedere una Lazio con il tricolore sul petto. Ma non subito: “È ancora troppo presto persino per dire che possa puntare alla Champions”. Eppure il mercato è stato ottimo, segnato da investimenti importanti e accettando il rischio. E lo conferma anche Cragnotti: “Per questi tempi e rispetto al passato, vedo un altro indirizzo. Si vede che Lotito ora vuole assolutamente emergere e iniziare a lottare per qualcosa di più ambizioso. Anche se poi il mercato non dipende solo dall’esborso, ma dal valore che i giocatori esprimono in campo”.

Il valore però non dovrà essere soltanto quello dei giocatori, ma anche di chi ne ha scelti alcuni ed è stato chiamato per guidare chi già c'era. Aspettative importanti, infatti, ricadono anche sullo stesso Maurizio Sarri, altra mossa importante da parte di Lotito secondo Cragnotti. “Il suo ingaggio è stata una bella mossa per portare un’altra mentalità. Anche se Sarri in Italia ancora non ha dimostrato niente. Con la Juve in trionfo da nove anni, è facile centrare lo scudetto. Alla guida di squadre medie emerge davvero il talento. Anche a Napoli alla fine aveva grandi giocatori e non ha vinto, pur andandoci vicino. Con la Lazio deve dimostrare il suo valore e le sua capacità, al secondo anno è in gioco la sua immagine e il suo ruolo”.

L'ex patron poi si sofferma anche su chi allena sull'altra panchina della Capitale: “Lo Special One è un personaggio che ha vinto tantissimo e fatte grandi cose ovunque sia andato. Infatti, ho visto l’Olimpico con la Cremonese e sono rimasto impressionato”. E a proposito di Olimpico, con Lazio-Inter alle porte e uno stadio che promette di essere pieno c'è anche tempo per una battuta sulla risposta dei tifosi per la gara e i generale sulla campagna abbonamenti. “Non arriva però la Cremonese, questa è una gara di cartello. Dopo il Covid, è comunque evidente il desiderio dei tifosi di legarsi ai vecchi valori di un club, c’è un enorme senso di partecipazione, è molto intenso. Dopo due anni di grandi sacrifici, la gente è esplosa e quindi il calcio deve saper abbracciare questo nuovo slancio. Sono contento che la Lazio abbia aumentato i suoi abbonati”.

Non ci sarà però Cragnotti sulle tribune dell'Olimpico: l'ex patron nega la possibilità ridendo: “Ormai ho una certa età e devo riposare per conto mio. Claudio Lotito ha preso da tempo il mio posto”. Non mancano invece posti vacanti in casa Lazio secondo Cragnotti: dopo gli addii di Inzaghi e Peruzzi manca infatti una figura di riferimento. “Io avevo Dino Zoff, che rappresentava tutto. Io lo vedevo come figura di riferimento nella Fifa, doveva fare quella carriera lì, diventare un grande dirigente internazionale. Aveva l’immagine e la competenza adatte. Però lui preferiva il campo, mi diceva sempre che aveva bisogno di sentire il terreno di gioco sotto i piedi. Non era ambizioso, lo considero un limite per lui, ma il suo contributo nella Lazio è stato fondamentale. E oggi manca un personaggio del suo calibro”.

Cragnotti va però controcorrente riguardo il futuro di Milinkovic: “Sapete come la penso. Per me è uno sbaglio. Io nel giugno del 1995 avevo ceduto Signori e successe il putiferio. Cedendo grandi giocatori si può fare il salto. Con le plusvalenze, io avevo un vantaggio sia dal punto di vista economico, del bilancio, sia da quello tecnico, per migliorare l’organico. Perché poi i soldi venivano investiti per acquistare altri grandissimi giocatori. Come nel caso di Vieri. Moratti mi offrì 90 miliardi, cosa dovevo fare?”. Lo stesso Moratti che impedì a Cragnotti di prendere Ronaldo: “Se il Fenomeno non è venuto alla Lazio fu perché i nerazzurri alzarono il prezzo. Una volta i colpi si mettevano a segno così”. Oggi per Cragnotti è tutto diverso: “C’è molta più politica e finanza. Ora invece solo le proprietà straniere garantiscono un alto livello. È la nuova realtà, dobbiamo farci tutti i conti”.

E tra coloro che ci hanno fatto i conti c'è anche Simone Inzaghi secondo Cragnotti. “Ha fatto benissimo alla Lazio prima come giocatore, poi come tecnico, è ambizioso e quest’anno per lui può essere l’anno giusto per vincere il primo tricolore in nerazzurro”. E allora Cragnotti saluta con un augurio, forse una speranza, che coinvolge la Lazio e lo stesso Inzaghi. “Chissà, un giorno magari tornerà a Roma e ci riuscirà. Lo spero per tutti i tifosi biancocelesti, che mi dimostrano ancora grande affetto. Mi auguro che i sostenitori della Lazio possano tornare a vivere i fasti di una volta al più presto. Se lo meriterebbero. Io a 82 anni sento ancora il boato del 14 maggio...”.