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RIVIVI IL LIVE | Provedel: “Ho sperato tanto nella Lazio, ora devo meritarmelo”

Ivan Provedel
Ottava conferenza per la Lazio: direttamente dal centro sportivo biancoceleste ha risposto alle domande dei giornalisti il portiere ex Spezia

redazionecittaceleste

Dopo le sette conferenze della scorsa settimana, a Formello è il momento di presentare l’ottavo acquisto di una campagna estiva che sta regalando diverse soddisfazioni ai tifosi della Lazio. Dopo, nell’ordine, Cancellieri e Casale; Romagnoli e Vecino; Gila, Maximiano e Provedel arriva ora il turno di Ivan Provedel. Il portiere arriva alla Lazio dopo un lungo tira e molla con lo Spezia e si candida così a giocarsi la titolarità con Maximiano. Dopo l’allenamento mattutino e prima della seduta pomeridiana, intanto, il nuovo portiere biancoceleste è intervenuto alle 16 in conferenza stampa a Formello. Di seguito le sue risposte alle domande dei cronisti presenti.

Prende la parola il direttore sportivo Igli Tare: “Buongiorno a tutti. Siamo qui a presentare la trattativa più lunga nella storia dell’era Lotito ma finalmente ha avuto una buona fine. Ci sono state tante piccole problematiche che hanno rallentato il suo arrivo alla Lazio, ma conta il risultato finale. E siamo contenti di presentarlo oggi qui, perché è un portiere che anche il nostro allenatore ha voluto fortemente. Ha puntato su di lui come una garanzia in porta. Può dare il suo apporto a questa squadra con la sua esperienza nel calcio italiano e in Serie A avrà un ruolo importante. Insieme a Maximiano potranno far vedere cosa sono in grado di dare a questa squadra”.

Che esperienza ti ha dato la gavetta? A 28 anni è il momento giusto?

Ciao, ringrazio il direttore per le parole e la società per aver portato a termine una trattativa particolare e lunga. Ognuno ha il proprio percorso, non c’è un momento giusto o sbagliato. Io ho avuto anche un intoppo e ho fatto tanta gavetta. Ma sono felicissimo di essere qui e avere questa grande occasione. Voglio fare il massimo per migliorare ancora di più e voglio dare un contribuito alla squadra per raggiungere i suoi obiettivi”.

A 15 anni giocavi in attacco. La vocazione di giocare portiere come ti è venuta? E come stai visto che hai aspettato un mese il trasferimento?

Io ho sempre voluto fare il portiere, ma il mio percorso è stato questo. Fuori me la cavavo, ma il mio sogno è sempre stato fare il portiere a un certo livello. Poi a un certo punto davanti al bivio ho iniziato a fare il portiere. Io mi sono allenato in questa estate pensando ogni giorno di migliorare e farmi trovare in pronto se la trattativa fosse andata in porto. Ci speravo dal primo giorno, ma sono un professionista e mi sono allenato pur pensandoci. Volevo entrare in condizione il prima possibile per arrivare qua pronto il più possibile”.

È vero che la tua passione per la porta nasce dai racconti di tua nonna su Yashin? E in quali portieri italiani ti rivedi?

Mia mamma e mia nonna sono di Mosca, abitavano vicino a Yashin. Ma sono racconti, cose che ti fanno fantasticare. Da piccolo ho visto gli Europei e ho visto cosa ha fatto Toldo: lì mi sono innamorato del ruolo. Marchetti l’ho affrontato da avversario e l’ho seguito molto: mi ha ispirato anche lui”.

Due anni fa la retrocessione con la Juve Stabia: dopo due anni ti saresti aspettato di essere qui? Hai mai avuto paura che il treno per una big non passasse mai?

Ho sempre sognato e continuo a sognare di giocare ad alti livelli. Cerco di non crearmi aspettative, due anni fa ero a Castellammare e sarò sempre grato per l’esperienza. Ho potuto dimostrare di stare bene dopo l’infortunio. Sono contento di essere qui ora, ma non ho fatto ancora niente e devo dimostrare di meritare di essere qui”.

Il fatto che sia stato comprato Maximiano che vuol dire per te? Come vivrai la concorrenza?

Non ci penso, devo solo pensare a fare ciò che chiede il mister, che pretende molto. Vuole qualità. Il mio unico pensiero è imparare ciò che vuole il mister, farlo nel miglior modo possibile integrarmi con i compagni. Poi starà all’allenatore decidere chi sarà giusto schierare”.

Vedendo le tue partite e le statistiche sei veramente un portiere moderno, bravo tra i pali e palla al piede. Ti sei mai sentito sottovalutato? Quanto conta sentire la stima di un allenatore come Sarri?

Fa piacere sentire queste parole ma non ci faccio caso a livello personale. Non vado a vedere certi numeri, io so che questo è un mondo che viaggia velocissimo: quando fai bene va bene, quando sbagli cambia il giudizio. Io penso solo al lavoro quotidiano, il calcio sta prendendo questa direzione per quanto riguarda il mio ruolo. Io cerco di farlo nel modo migliore possibile. Mi fa piacere che il mister mi apprezzi, ma io devo solo dimostrare sul campo e meritare la sua fiducia”.

Hai segnato in Serie B di testa, ci proverai anche in A con la Lazio?

Spero non serva perché stavamo perdendo, spero di non dover mai andare su a saltare”.

Hai vissuto già l’Olimpico da avversario, che emozioni ti aspetti?

È uno stadio che da avversario mi ha dato tanta emozione, penso e ne sono certo che me ne darà molta di più giocando in casa con il pubblico che tifa per me”.