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QDL – Valcareggi: “La Lazio è in buone mani. Milinkovic? Per lui è lavoro”

Furio Valcareggi
Le parole di Furio Valcareggi intervenuto oggi a Quelli della Libertà, in onda ogni sera dalle 18:30 alle 20:00 su Cittaceleste TV e Radiosei

redazionecittaceleste

È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e RadioseiFurio Valcareggi, procuratore e figlio di Ferruccio. Queste le sue parole. “La mia scuderia? È sempre stata molto non numericamente affollata, più una boutique che un grande magazzino. Ho scelto giocatori buoni e affidabili, ho sempre avuto calciatori in nazionale. Io e Giulio Marinelli, il mio socio, abbiamo la nostra stella che è Zerbin. Lo abbiamo preso cinque o sei anni fa. Era a Gozzano, in quarta serie, e Giuntoli lo pagò caro e poi a Napoli tra primavera e prestiti ha fatto tutta la gavetta. Ora vogliamo solo ed esclusivamente Napoli. Che io sappia non lo vuole nessuno: piace a tutti, ma non abbiamo parlato con nessuno. Vogliamo solo il Napoli, che fa la Champions e lotta per lo Scudetto. Ora vogliamo convincere De Laurentiis e Spalletti di aver fatto la scelta giusta.

Maurizio Sarri

La Lazio? Ha progetti seri. Sarri fa giocar bene, la Lazio è in buone mani. Qui a Firenze giocatori buoni li vendono, voi siete in buone mani. Milinkovic doveva venire a Firenze, ora sta con voi. Come si metterà? Non lo so, non ci sono dubbi che Milinkovic ami la Lazio. Ma se ha le lusinghe di cui si parla forse è la volta in cui va via. I calciatori lo fanno di mestiere: loro lavorano, i discorsi di cuore sono belli ma rimane un lavoro. Se lo vogliono grandi squadre parte, c’è poco da fare. Non si può dire di no. La situazione è difficile, uno come lui se hai fortuna ti dice bene, altrimenti ci metti anni a trovarne uno uguale. Ma la Lazio ha un giocatore vero.

Carnesecchi? Il mercato che riguarda queste eccellenze giovani è caro, è normale che sia così. Qualità-prezzo costa questi soldi qui. Anche se da un infortunio alla spalla uno deve proprio guarire, è una zona in cui serve molta cautela prima di rientrare. Quella storia di Chinaglia? C’ero anche io. Lui uscì, mandò a quel paese, negli spogliatoi spaccò tutte le bottiglie e poi chiese scusa a mio padre. È acqua passata, con Giorgio siamo stati amici. Anche a Tor di Quinto con Maestrelli ne succedevano di cose. I rapporti fra procuratori e società? C’è la procura e la commissione, sono due cose diverse. Se io faccio un contratto a un giocatore, mi garantisce una percentuale stabilita su quanto abbiamo guadagnato. Ma io faccio il mio lavoro: se ci danno l’incarico di far andare a buon fine una trattativa, io ho diritto a vederlo riconosciuto”.