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Tamponi, la Lazio deposita la memoria difensiva: ecco cosa può succedere ora

Caso tamponi Lazio, depositata la memoria difensiva

Gli avvocati del club capitolino hanno depositato ieri sera la memoria difensiva, ora la parola tocca alla Procura Federale

redazionecittaceleste

ROMA - Non si è ancora chiusa la vicenda tamponi in casa Lazio. La Procura Federale ha notificato la chiusura delle indagini e gli avvocati del club capitolino proprio ieri sera hanno depositato la memoria difensiva per controbattere alle accuse di Giuseppe Chinè e degli ispettori federali, i quali contestano alla Lazio la mancata comunicazione alle ASL dei casi di positività emersi durante gli esami alla Futura Diagnostica. Come ricorderete il laboratorio di Avellino è finito sotto inchiesta penale circa tre mesi fa.

LE MOSSE DI LOTITO - Il patron biancoceleste ieri era in Lega per discutere della questione diritti televisivi, nel frattempo i suoi avvocati preparavano tutti i documenti per la memoria difensiva. Lotito era già stato ascoltato dagli ispettori federali in quel di Formello, ma è molto probabile che possa chiedere un'ulteriore audizione per chiarire nel dettaglio i fatti e per dimostrare di aver agito nel totale rispetto dei protocolli. Cardine della tesi difensiva del club è il fatto che i casi di positività siano dipesi dai cicli di amplificazione usati in maniera discrezionale dai vari laboratori, dai diversi reagenti e macchinari utilizzati.

COSA PUò SUCCEDERE - La Procura ha ascoltato anche la testimonianza del responsabile sanitario della Lazio Ivo Pulcini e del medico sociale Fabio Rodia. La Procura Federale ha due scelte di fronte a sé, o decidere per un supplemento di indagine o far scattare il probabile deferimento per il club capitolino, con il conseguente dibattimento in aula. Sono attese novità importanti per la prossima settimana.