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Marcelo, l’inchino fa quaranta

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ROMA – Stadio di Wembley, di fronte coloro che da sempre si definiscono gli inventori del calcio, gli inglesi. Ma c'è quel ragazzo dalla faccia sfrontata, capelli neri e le movenze da cobra, infilza l'Inghilterra in trasferta, per un...

redazionecittaceleste

ROMA – Stadio di Wembley, di fronte coloro che da sempre si definiscono gli inventori del calcio, gli inglesi. Ma c'è quel ragazzo dalla faccia sfrontata, capelli neri e le movenze da cobra, infilza l'Inghilterra in trasferta, per un gol che vale la storia: mai, il Chile, aveva battuto i mestri inglesi nella loro Patria natia. Segnatevi questo nome amici, nasce la stella di Marcelo Salas, il goleador più prolifico della storia della nazionale cilena. Cresciuto nell' Universidad d Chile, approda poi in Argentina al River Plate, dove vince il Pallone d'Oro sudamericano e contribuisce in maniera determinante alla conquista del titolo per il club dei Millionarios. Sono gli anni dei Mondiali in Francia, il Chile capita nel girone dell'Italia. Il Matador incanta tutti e non si fa pregare neanche di fronte alla squdra azzurra: doppietta per lui, uno di rapina e un altro con uno stacco poderoso di testa dove sale al secondo piano e la mette in rete. Era la Lazio di Cragnotti e, ironia del destino, di fronte l'uno con l'altro si trovavano Vieri e Salas, coloro che avrebbero formato da lì a poco una coppia esplosiva con i colori della maglia biancoceleste. L'attaccante di Temuco, con la squadra capitolina, colleziona 117 presenze condite da 48 gol e la conquista di uno Scudetto, una Coppa delle Coppe, una Super Coppa Europea, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane. Tra le sue perle come dimenticare quella che ha bucato il Manchester United di Stam e Beckham, un tiro non irresistibile ma efficace che ha portato la Supercoppa europea a Roma, davanti ad una squadra invincibile come i Red Devils capaci di vincere scudetto, Champions e F.A. Cup in una sola stagione. A distanza di anni, lo stesso Ferguson ha ammesso: “Quella è stata una delle sconfitte più dure della mia carriera, contro la Lazio che era in quel momento la squadra più forte al Mondo”. Oggi, a quarantanni, una cifra importante, è diventato imprenditore, ha investito nei mirtilli ed è ripartito dallo Union Temuco di cui è presidente e direttore sportivo. 40 anni, un bel traguardo raggiunto, dove ti guardi indietro e riavvolgendo il nastro della vita arrivi lì dritto al cuore di chi ti ha amato e acclamato mentre dopo un gol, con gli occhi iniettati di sangue eri pronto, all'ennesimo inchino, da consegnare alla storia.

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