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VAR: come funziona? Ecco il nuovo protocollo

VAR
Ecco i nuovi criteri di utilizzo della tecnologia VAR.

redazionecittaceleste

ROMA - La tecnologia VAR ha cambiato il mondo del calcio in maniera radicale. L'arbitro da una stagione a questa parte può contare sull'aiuto di telecamere e filmati chiari di ciò che accade sul terreno di gioco, al fine di ridurre al minimo gli errori sulle decisioni al limite come: rigori, fuorigioco, espulsioni, contatti dubbi, ecc. Dopo la prima stagione di sperimentazione ed un utilizzo molto generoso e da rivedere, a spese di alcune squadre di Serie A: come la Lazio su tutte, che ha subito decisioni arbitrali molto dubbie nella stagione passata, e questo è sotto gli occhi di tutti. Per questo motivo il nuovo protocollo VAR stilato dall' IFAB che illustra un'applicazione molto più restrittiva e precisa rispetto alla scorsa annata. Ecco i nuovi criteri di utilizzo della tecnologia.

Quando intervenire: Il VAR, Video Assistant Referee, è un ufficiale di gara con accesso indipendente ai filmati di gara che può assistere l'arbitro solo in due occasioni: - chiaro ed evidente errore - grave episodio non visto.Per cosa internvenire: Il protocollo stabilisce anche i dettagli dei casi in cui il VAR può intervenire: - rete segnata o no - calcio di rigore o no - espulsione diretta (quindi non seconda ammonizione) - scambio d'identità da parte dell'arbitro .

Quando cambia decisione: La decisione presa dall'arbitro non può essere modificata dal VAR a meno che non si presenti un "chiaro ed evidente errore".

Chi decide se chiamare l'intervento: Solo il direttore di gara può avviare la procedura di 'revisione'. Il VAR, in autonomia, può solo raccomandare una revisione all'arbitro.

Decisione finale: Spetta sempre all'arbitro. Anche dopo un 'silent check' o un 'on field review'.