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Gregucci: “Nel nostro calcio c’era più umanità. Era la nostra forza”.

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ROMA - Parole da biancoceleste vero, quelle rilasciate da Angelo Gregucci ai microfoni di Lazio Style Radio nel commentare la sua esperienza con la maglia della Lazio, i ricordi più belli e il vero senzo d'appartenza nell'aver vestito...

redazionecittaceleste

ROMA - Parole da biancoceleste vero, quelle rilasciate da Angelo Gregucci ai microfoni di Lazio Style Radio nel commentare la sua esperienza con la maglia della Lazio, i ricordi più belli e il vero senzo d'appartenza nell'aver vestito questi colori:"La mia Lazio è quella del periodo peggiore, da un punto di vista sportivo. Poi però abbiamo fatto un percorso importante, sia per me sia per la società guadagnandoci il palcoscenico europeo. Quello che ci distingueva - precisa Gregucci- era il nostro senso di appartenenza, anche per chi era arrivato a Roma da pochissimo tempo. Eravamo un blocco unito, noi calciatori, lo staff. C'era il senso di squadra e la volontà di centrare la salvezza. Quando finivamo l'allenamento a Tor di Quinto, molti tifosi ci avvicinavano, chi ci dava pacche sulle spalle, chi invece ci "schiaffeggiava" se non davamo il massimo in campo. C'era più umanità, era la nostra forza". 

 

Uno dei ricordi più belli, è inevitabilmente quello legato al 21 giugno 1987: "Non ho mai sentito un urlo così forte del pubblico al gol di Fiorini. Si faceva fatica a passare per il tunnel per la gente che c'era. Dovevamo vincere per forza... I giovani laziali devono conoscere la nostra storia. Il mio ricordo in questo giorno, va a chi ha lasciato un segno nella storia biancoceleste, ma che adesso purtroppo non c'è più. L'appartenza al club deve abbracciare i veri valori. Senza un vero senso di appartenza, non si vince. Non bisogna essere dei mercenari che per 50 mila euro cambiano colori. Questo è fondamentale anche per i tifosi".Cittaceleste