ROMA - Era il 18 gennaio 1977 quando un incredibile circostanza maledetta spezzò la vita dell'ex centrocampista della Lazio Luciano Re Cecconi. Uno scherzo che si trasformò in tragedia, un colpo di pistola esploso che si portò via l'angelo biondo.
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Lazio, Stefano Re Cecconi: “Troppe incongruenze sulla morte di mio padre”
Le parole di Stefano Re Cecconi, nel giorno dell'anniversario della scomparsa del padre Luciano
Nell'anniversario della sua scomparsa il figlio Stefano Re cecconi ai microfoni di Radio Incontro Olympia ha voluto ricordare suo padre: "Gli attestati di stima nei confronti di mio padre fanno sempre piacere, di mio papà mi rimane l'insegnamento di una persona per bene e che amava il suo lavoro e la sua famiglia, che ha sempre combattuto sul campo per raggiungere i suoi obbiettivi". Sull'assasinio del padre Luciano: "Basta leggere le carte per capire che ci sono delle incongruenze in questa storia, anche se dovesse uscire una verità diversa dopo 40 anni non so se darei peso alle parole di chi è rimasto in silenzio per tutti questi anni". "Io ho ben chiaro quello che è successo in quel giorno, si è trattato di un tragico incidente, accaduto in un tempo molto veloce, dove pochi hanno capito quanto è successo, la persona che ha sparato era una persone instabile, aveva avuto dei trascorsi turbolenti ed essendo armato non ha avuto la freddezza di riconoscere mio padre, fu un momento di paura da parte del gioielliere". Su Ghedin: "Le persone presenti non hanno sentito bene le parole di mio padre, oppure chi le ha sentite non lo ha fatto in modo chiaro". "Ci sono stati molti tentativi di sapere la verità dalla persona presenti ma sono andati a vuoto, rispetto comunque Ghedin ma io mi sarei comportato diversamente". "Ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato nella ricostruzione di questa storia".
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