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LE VOCI – Reja: «Lazio, Pioli è l’uomo giusto»

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ROMA - Ha visto Napoli e non è morto, è sbarcato a Roma e salvato la Lazio. L’ha portata in vetta in Serie A, sfiorato due volte la Champions: «E rimane il mio grande rammarico». Reja ne ha provate di tutti i...

redazionecittaceleste

ROMA - Ha visto Napoli e non è morto, è sbarcato a Roma e salvato la Lazio. L’ha portata in vetta in Serie A, sfiorato due volte la Champions: «E rimane il mio grande rammarico». Reja ne ha provate di tutti i colori, incassato sconfitte e vittorie, rudezze e carezze. E’ stato martirizzato e santificato per i derby. E’ tornato a gennaio scorso e ha risalutato a giugno. Ha lasciato la sua eredità a Pioli: «E non mi sono pentito di averlo consigliato a Lotito. Lui e la Lazio possono fare un’annata importante, senza impegni infrasettimanali». Eppure Zio Edy il 25 gennaio scorso, quarta gara del suo secondo mandato, aveva fermato sull’1-1 la corazzata di Conte: «Non significa nulla, una sconfitta con la Juve ci può stare comunque. Si sta drammatizzando oltremisura questo tre a zero. La Lazio ha pressato bene per mezz’ora, ha fatto intravedere i suoi valori. Ma se i bianconeri decidono di fare la partita, non ce n’è per nessuno». Sono però due ko consecutivi, soprattutto il primo di Empoli, a far scattare l’allarme. A rievocare l’inizio della caduta di Petkovic, proprio al Bentegodi di un anno fa (22 dicembre): «Non penso proprio, non rischia di ripetersi la storia – assicura Reja – perché quella era una squadra slegata, aveva ritmi bassi. Questa Lazio invece va a tremila, tiene sempre dal punto di vista fisico».

 

CALENDARIO La Lazio è come gli ulivi: «Il loro fusto esprime la sofferenza della crescita», ci dice Reja. Malcelando una certa nostalgia del campo nella contemplazione del suo orticello a Lucinico. Ha però rifiutato il Palermo e diverse altre proposte dall’estero. Per ora continua ad ammirare la Lazio in tv, fa il tifo per Pioli: «Ho visto il calendario, è buono e bisogna sfruttarlo sino alla quindicesima giornata. Ci può stare una battuta d’arresto, ma ora si deve ripartire subito». Suona la carica ai suoi ex ragazzi, zio Edy. Sa che hanno la personalità per rialzarsi subito: «Non so perché la Lazio non riesca a rimontare, una volta andata in svantaggio. Ma conosco molti giocatori biancocelesti e so che hanno il carattere e la convinzione per reagire. Lo hanno dimostrato spesso in passato». E possono farlo anche con le big: «La Lazio può battere il Napoli e l’Inter. E il derby, si sa, è sempre una storia a sé».

LE COPPE Nelle mani di Pioli, c’è il riscatto di Reja: «Secondo me centrerà l’obiettivo, anzi ne sono sicuro. Questa squadra ha i valori e una rosa adeguata per raggiungere l’Europa». Almeno dalla cintola in su: «Da metà campo in avanti, la Lazio è davvero forte. E’ vero, c’è qualche difficoltà in difesa, Gentiletti è stata una grossa perdita. Bisognerà risolvere il problema stopper». Zio Edy lancia l’appello a Radu da Lucinico: «Gliel’ho sempre detto, è un valore importante e per me può fare il centrale». Guarda caso, subito dopo la Juve anche l’anno scorso, spulci il tabellino del 2 a 0 (Candreva, Keita) rifilato al Chievo (il 2 febbraio) e sbirci il rumeno al centro del 3-4-3 di Reja al Bentegodi. Pioli sta invece provando Stefan, ormai da più di una settimana, nella difesa a quattro. Non si smuove dal suo 4-3-3.

FILOSOFIA Dal Rejalismo a Piolilandia, la verità sta nel mezzo: «Con squadre di un certo valore, forse bisognerà stare un po’ più attenti sugli equilibri, con qualche correttivo. Ma questo modo di giocare alla fine pagherà. La filosofia di Pioli è quella di giocare sempre alto per vincere. La squadra, mi sembra abbia sposato la sua dottrina. E, se il tecnico e i giocatori sono convinti, è giusto andare avanti così, senza abbattersi». Zio Edy non l’ha mai fatto. A 69 anni ha partecipato all’ennesima Barcolana. Una vita a vele spiegate, altro che salvagente della Lazio. (Il Messaggero)

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