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Lombardi: “Testa al derby”. Quando il cuore con uno “scatto supersonico” supera il talento

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Era a un passo dalla Sanbenedettese, ora è diventato la prima alternativa a Keita e Felipe sulla fascia. Giordano: "Quando partirà il senegalese, bisognerà investire su Cristiano"

redazionecittaceleste

di ALBERTO ABBATE

ROMA - Leva calcistica della classe 1995: "Altri tre punti, ora testa al derby". Di solito un giocatore non si giudica in 10’, rimane senza voto. Non quando un giocatore si vede dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. O semplicemente da un turbo a quasi 40 (32,7 per l’esattezza) chilometri all’ora. Motocicletta Lombardi, 10 in pagella senza trucchi. Sgommata e rosso a Gonzalez grazie allo sprint più veloce di Palermo. Adeguato alla location, senza casco, ma senza specchiarsi neanche troppo sull’acqua di Mondello. Cristiano gioca per la Lazio, passa la palla, perde tempo per far conquistare la vittoria. Non fa il coatto, ma un semplice scatto.

STORIA - Faccia d’angelo, storia di un piccolo grande uomo: «Il gol lo dedico a mio fratello scomparso. Tutto quello che faccio e che farò è per lui», aveva giurato all’esordio fortunato con gol alla prima giornata di Bergamo. Quella prima volta, Lombardi, non la scorderà mai: «Non dimenticherò un secondo. E’ stata un’emozione indescrivibile. Appena ho visto arrivare la palla, non ci ho pensato un attimo a buttarla dentro. Poi ho aspettato, ho ripreso fiato, è stato bello». Ormai Cristiano ha convinto chi l’ha cresciuto e svezzato in Primavera a considerarlo la prima alternativa a Keita e Felipe sulla fascia. Altro che Kishna e Luis Alberto. Questa non è la storia di un predestinato, ma di chi il destino se l’è costruito e creato. Nel sudore e nel sacrificio c’è la sorte del primo e unico a segnare con la Lazio al debutto in A.

IL TOP - Ha masticato fango e polvere, Lombardi, per provare a raggiungere quel top tatuato sul polpaccio: «E’ una scommessa con un amico. Dicevamo che la vita non sempre dà mai le carte giuste, ma bisogna sempre puntare al massimo». E Cristiano è ancora all’inizio di una scalata: «Io lo conosco molto bene. Era nato attaccante nei giovanissimi - rivela Giordano a Radio Sei -  ma non era molto abile spalle alla porta. In velocità può diventare imprendibile, per questo si è reinventato sulla fascia. Bisogna puntarci quando andrà via Keita». Lombardi ha studiato da Candreva: «Antonio è stato un grande maestro, è quello con cui ho legato molto e a cui ho rubato tutto con gli occhi. È lui la mia fonte di ispirazione». Il maestro è partito, l’alunno rimasto e salito in cattedra.

FUTURO - Lombardi al posto del figliol mai prodigo Keita. E il cuore, talvolta, va davvero oltre il talento. Anche se, per carità, anche Cristiano da Viterbo ne ha da vendere. Se l'esperienza a Trapani, tra infortuni e continui acciacchi, non era stata delle migliori, quella ad Ancona aveva già riscattato tutte le difficoltà vissute in Sicilia: in Lega Pro, 25 partite e 4 reti, prima di tornare a Formello e riabbracciare ad Auronzo Inzaghi. Già, sembrava il suo tecnico-padre ad avergli fatto un regalo, invece è Cristiano a dargli un gol (solo per il palo col Genoa) e spezzoni di prestazioni coi fiocchi. Il classe 95’ era a un passo dalla Sambenedettese, con la Reggina nella retrovia, adesso per prenderlo in allungo serve il cavalcavia: