ROMA – Effetto Reja. Quasi quattromila tifosi a Formello, due giorni fa, per il test con il Grifone Monteverde, benedicendo la riapertura dei cancelli del centro sportivo. Il sorriso si riporta anche così, con un gesto semplice, cercando e chiedendo il sostegno della gente. Effetto Epifania combinato con la curiosità di scoprire la Lazio del Reja-bis e di Bollini, promosso dalla Primavera campione d’Italia. La soluzione preferita da Lotito e Tare, che nell’emergenza hanno allestito un piano che potesse guardare più avanti e non solo alle prossime settimane. Non volevano un traghettatore. E non intende passare da traghettatore Reja, che di solito ha sempre rinnovato i suoi contratti alla fine della stagione. Ma questa volta era doveroso e necessario dare un segnale che portasse stabilità all’interno dello spogliatoio e fuori dalle mura di Formello, circondate per tradizione da uno smisurato disfattismo. Basta ricontrollare le medie punti di Reja in campionato (migliori di tutti gli allenatori transitati sotto la gestione Lotito) per tirare un sospiro di sollievo. E’ stata scelta la semplicità, la via del buon senso e della logica, la più affidabile (opinione condivisa unanimente) per scuotere la squadra dalla crisi. E poi c’è Bollini, che dopo tanta gavetta (vera) e una lunga collana di successi nel campionato Primavera ha finalmente ottenuto la meritata occasione. Protetto da un ombrello come Edy, porterà sul campo di Formello la personale cultura del lavoro e l’estremo pragmatismo tattico che le sue squadre hanno sempre abbinato alla qualità del gioco e all’eccellenza dei risultati. Sfruttando le intuzioni del ds Tare (basti ricordare Lulic, Keita, Onazi) il nuovo trio potrà adesso cominciare a costruire in anticipo il futuro della Lazio, ovviamente sulla stessa linea del progressivo ringiovanimento tracciata l’estate scorsa e che Vlado forse non aveva sposato con tanta convinzione. Si sentiva subito da Champions.
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