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IL FATTO – Che Lotito sia l’uomo più potente del calcio è…

Poco spettacolare in campo, la Serie A riesce comunque a mantenersi il campionato più interessante a livello di polemiche. Le ultime riguardano le decisioni del giudice sportivo Giampaolo Tosel che ha scelto, a dispetto del regolamento e...

redazionecittaceleste

"Poco spettacolare in campo, la Serie A riesce comunque a mantenersi il campionato più interessante a livello di polemiche. Le ultime riguardano le decisioni del giudice sportivo Giampaolo Tosel che ha scelto, a dispetto del regolamento e per la prima volta in Italia, di dare ascolto a dei non tesserati per emettere una sentenza. Com’è noto, infatti, il tecnico della Roma Rudi Garcia è stato squalificato per due giornate per avere, secondo l’a ccusa, aggredito il responsabile degli steward del Genoa nel tunnel di Marassi, durante il concitato finale di partita di domenica scorsa, mentre i giocatori litigavano (Perotti del Genoa si è beccato quattro giornate per un fallaccio, Cholevas della Roma un turno per aver rivolto il dito medio al pubblico) e i tifosi tiravano di tutto in campo. A questo vanno aggiunti 20 mila euro di multa alla società giallorossa per aver rifiutato di consegnare i tesserini di riconoscimento.

"IL PROBLEMA però è che né gli ufficiali di gara, né i delegati della Procura federale, nel caso di Garcia hanno visto nulla: la squalifica si basa esclusivamente sulla testimonianza di un non tesserato, e per di più parte in causa, lo steward genoano. Un unicum nella storia del campionato, nemmeno previsto dal Codice di Giustizia Sportiva. Un caos totale, che ha spinto a intervenire anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: “Su ogni provvedimento della giustizia sportiva ho una mia bella opinione, ma purtroppo pubblicamente non la posso dire. Certo ci sono delle cose che fanno riflettere”. Ancor più dura la posizione della Roma. Il dg romanista Mauro Baldissoni, annunciando il ricorso in sede sportiva e la denuncia in sede penale per lo steward genoano, ha dichiarato: “Siamo stanchi di fare giurisprudenza, sembra che con la Roma si voglia provare sempre a portare più in là lo spazio di azione della giustizia”. Garcia ha invece dettato un comunicato all’Ansa che recita: “Tutta la mia carriera di calciatore, educatore e allenatore testimonia un comportamento esemplare. Non accetterò che si cerchi di infangarmi attribuendomi gesti aggressivi che non ho commesso, che deploro e che sono contrari alla mia educazione. Mi batterò con ogni mezzo a mia disposizione per difendermi da questa ingiustizia e da queste menzogne”. Ora, per quello che riguarda il campo è prevista per venerdì la sentenza di appello, che potrebbe togliere la squalifica al tecnico giallorosso per permettergli di essere in panchina sabato sera contro il Milan. Anche perché ieri è stata commutata in multa la squalifica di un turno al tecnico bianconero Massimiliano Allegri, per un gestaccio nei confronti dei tifosi avversari dopo Juventus-Sampdoria. Ma la vicenda è tutt’altro che chiusa dal punto di vista penale, vedi denuncia allo steward genoano, e da quello della giurisprudenza: dovrebbe essere infatti modificato l’articolo 35 del Codice di giustizia sportiva per permettere di utilizzare come prova le dichiarazioni dei non tesserati. E sarebbe una rivoluzione copernicana.

"PIUTTOSTO, la giustizia sportiva andrebbe seriamente riformata e resa indipendente, perché come ogni anno anche in questa stagione stanno succedendo cose strane. Oltre l’assurda vicenda Garcia. Il presidente della Samp Massimo Ferrero è stato infatti squalificato per 3 mesi e multato per 35 mila euro per avere prima insultato l’omo – logo nerazzurro Erick Thohir e poi, mentre era deferito, avere reiterato l’offesa su Twitter. Mentre il presidente della Lazio Claudio Lotito se l’è cavata con 10 mila euro di multa per avere insultato il direttore generale della Juventus Beppe Marotta, cui è stata anche negata la possibilità di uscire dalla clausola compromissoria per querelare Lotito. Che il padrone della Lazio e della Salernitana sia oggi l’uo – mo più potente del calcio italiano, dopo aver costruito la presidenza di Carlo Tavecchio, è sicuramente una coincidenza. Ma la Giustizia sportiva proprio da queste coincidenze dovrebbe affrancarsi. (Il Fatto Quotidiano)