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L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Errori arbitrali: paga solo la Lazio!

Lotito
Da Lisbona a Istanbul e Villarreal: quanti torti in Europa

redazionecittaceleste

ROMA - Orologi fermi, funzionanti. Tempi scaduti per gli arbitri europei. Paga sempre la Lazio, subisce furti, sono anni che succede. Era il 29 settembre 2011, si giocava a Lisbona, allo stadio Josè Alvalade, vinse lo Sporting 2-1. Fu irregolare il gol decisivo di Insua, arrivò a fine primo tempo. Anzi, 23 secondi dopo il recupero di un minuto. L’arbitro era il belga Serge Gumienny, era stato designato alla vigilia, quella volta erano variati i direttori di gara precedentemente scelti. Gumienny prolungò il recupero del primo tempo in maniera incomprensibile, scatenò le proteste di Reja, che poi fu espulso. E alla fine, nel pieno dei tre minuti di recupero assegnati nel secondo tempo, fu anche negato un rigore clamoroso a Sculli (tirato giù per la maglia da Carriço in piena area di rigore, a tre metri dalla porta). Sculli - scrive il Corriere dello Sport - si beccò anche un cartellino giallo per simulazione. Ci risiamo, i furti continuano. La collezione è piena di orrori arbitrali europei, non sono bastate le proteste di Lotito con Platini, non sono servite a nulla nel corso del tempo. E’ l’ora di pretendere giustizia vera.

I precedenti. Lo scippo di Lisbona si aggiunse al cappotto di Villarreal e alla beffa di Salisburgo. Fu una notte di rabbia e di proteste al Madrigal, era il 5 novembre 2009, si giocava in casa del Villarreal. La Lazio finì subito in dieci, l’arbitro tedesco Kircher sventolò il rosso in faccia a Baronio, accadde dopo tre minuti. Finì 4-1 per gli spagnoli, con 2 rigori contro i biancocelesti. A dicembre 2009 si giocò una partita decisiva alla Red Bull Arena di Salisburgo. Nel finale, sull’1-1, Zarate entrò in area, andò via in dribbling. Un difensore austriaco, finito per terra, bloccò il pallone con la mano destra. L’arbitro Tudor non diede il rigore, lo videro tutti. Tchoy del Salisburgo subito dopo filò via in contropiede e segnò il 2-1.

Collum. Tempi recenti. Turchia, tana del Fenerbahçe, 11 aprile 2013. L’arbitro Collum non fischiò un rigore a Ederson e non mandò via dal campo Mehmet Topal. La Lazio contestò il doppio giallo a Onazi arrivato prima e dopo l’intervallo (decisioni fiscali). La società si arrabbiò per il rigore accordato al Fenerbahçe (dopo le proteste del pubblico e la segnalazione di Beaton, arbitro d’area) per il fallo di mano involontario di Radu. Altri episodi contestati: l’intervento falloso di Gokhan su Mauri, trasformato nella punizione da cui nacque il raddoppio di Kuyt. Dell’arbitro scozzese colpì anche il metro di giudizio, colpì l’atteggiamento, ebbe il cartellino facile solo con la Lazio (ammoniti Radu, Ederson, Marchetti e Mauri, quest’ultimo era diffidato e saltò il ritorno). Il Fenerbahçe, invece, picchiò duramente. Egemen, non contento di aver dato una testata da codice penale (senza essere sanzionato) a Hernanes, entrò a tenaglia su Kozak. Era già ammonito. La Lazio è stufa, in Europa non è tutelata.

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