ROMA - Amami o faccio un Caicedo per proteggere la Lazio. Questo soldato l'ha arruolato il generale Lotito: "Cosa mi dite di Felipao? Ancora che è scarso?", urlava a squarciagola il presidente sabato sera.
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Lotito: “E ora che dite di Caicedo?”. Ipotesi rinnovo o addio
Il presidente gongolava sabato sera all'Olimpico per la prestazione dell'ecuadoregno, che adesso potrebbe incredibilmente cambiare il suo destino
Nel sottopassaggio dell'Olimpico rivendicava la sua scommessa vinta. Perché in estate pretendeva 10 milioni per l'ecuadoregno e tutti gli davano del pazzo. Soprattutto perché lì davanti non è arrivato nessun altro proprio perché Caicedo non è partito. Chissà a questo punto quale sarà il suo destino. A gennaio la Lazio ha detto di nuovo no (c'era il Galatasaray) al suo addio, adesso potrebbe tornare in ballo persino il rinnovo. In realtà la strategia biancoceleste è quella di svecchiare la squadra e d'inserire una giovane punta. Si è parlato di Adekanye (svincolato dal Liverpool) e sopratutto Wesley, ma occhio anche a Sanabria e Cutrone in un eventuale affare Milinkovic. Eppure ha rimesso tutto in discussione questo derby. Caicedo ha lottato con le unghie e con i denti. Ha saltato Olsen e inaugurato la danza delle reti. Ora è a quota 4 in campionato, 5 considerando le coppe. Gli manca un centro per agguantare il suo personale score dell'ultimo anno, praticamente con lo stesso (1300') minutaggio. Ma oggi ha tutt'altra considerazione, Caicedo: «Mi auguro di essere ricordato dai laziali per l'ultimo gol e non per quello sbagliato a Crotone».
PUNTI
Si divora ancora tanto sotto porta, Caicedo, ma con tutto il lavoro sporco che fa è impossibile non perdonarlo. Regista sulla trequarti e autore di assist. E' galvanizzato, ha lo spirito giusto e lo trasmette a tutta la Lazio. Ci mette testa, cuore e massimo impegno. Ormai non sorprende più nemmeno il suo delicato graffio. Perché Caicedo in fondo è pure tecnico. A novembre ha rifiutato il ritorno in Nazionale per dedicarsi completamente alla Lazio: « Ma per me rimane un riferimento per tutto il calcio ecuadoregno», giura il ct Hernan “Bolillo” Gomez. Adesso tutti lo rivogliono, tutti lo ricercano in questa stagione. Prima Felipe è diventato funzionale, oggi è addirittura fondamentale con gli acciacchi d'Immobile. Bisogna ringraziarlo se la Lazio è rimasta aggrappata alla Coppa Italia e alla Champions nell'ultimo mese e mezzo: l'assist a San Siro per il gol di Ciro, le reti con Frosinone ed Empoli da sei punti, quindi il graffio per sbloccare il derby. Se dovesse salutare a giugno, avrà lasciato più di un ricordo urbe et orbi.
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